Le linee programmatiche del Ministro Patuanelli (MiSE) su telecomunicazioni e innovazione digitale

Il Ministro Stefano Patuanelli in audizione alla commissione Trasporti della Camera dei deputati ha tracciato le linee programmatiche del suo mandato per quanto riguarda i temi delle Telecomunicazioni e dell’innovazione digitale. Particolare spazio è stato dedicato ai capitoli Banda Ultra Larga e 5G. Qui l’intervento completo.

 

Piano Banda Ultralarga – completamento dell’intervento nelle “aree bianche” e avvio della Fase II (aree grigie e voucher per la connettività)

È necessario accelerare la creazione di una infrastruttura digitale nazionale che assicuri al nostro Paese di raggiungere l’obiettivo europeo di una società digitale pienamente inclusiva.

Il percorso delineato dalla Commissione europea ha visto, peraltro, da ultimo, un innalzamento dell’asticella degli obiettivi di copertura della popolazione nazionale con le nuove tecnologie di telecomunicazione.

In questo contesto, la Strategia Nazionale per la Banda Ultralarga, punta a garantire entro il 2020 la copertura con reti ultraveloci ad almeno l’85% della popolazione italiana e a tutte le sedi/edifici pubblici, poli industriali, aree di interesse economico e concentrazione demografica, nonché delle principali località turistiche e degli snodi logistici.

 

Aree bianche

Il 3 aprile scorso la Commissione europea ha approvato definitivamente il “grande progetto nazionale banda ultra larga – Aree bianche” per un costo ammissibile pari a 941 milioni di euro.

L’intervento pubblico investe il territorio nazionale distinguendo tra:

– le aree cd. ‘bianche’, a fallimento di mercato, in cui sono assenti interventi di investimento di operatori privati;

– le aree cd. ‘grigie’ e ‘nere’ ovvero in concorrenza, ove sono già presenti una o più reti in banda ultra larga, al fine di conseguire, anche in tali aree, un importante salto di qualità per la realizzazione di reti in banda ultraveloce.

Il Piano pertanto si articola in due fasi. La prima riguarda l’attuazione di misure a sostegno dell’infrastrutturazione delle aree bianche. A seguire, nella seconda fase, verranno implementati gli strumenti a favore dello sviluppo di reti ultraveloci nelle aree nere e grigie del Paese.

La prima fase, conclusa per quanto attiene all’aggiudicazione delle opere da parte del soggetto attuatore Infratel Italia S.p.A. – società controllata al 100% da Invitalia S.p.A. e vigilata dal MISE – è attualmente in piena realizzazione da parte del concessionario Open Fiber S.p.A. che si è aggiudicata, come noto, le tre gare.

Il Piano ha registrato, tuttavia, alcuni rallentamenti nell’avanzamento dovuti ad una molteplicità di fattori quali il ritardo nella concessione di permessi e di autorizzazioni a livello locale e, quindi, nel passaggio alla progettazione esecutiva, ormai in uno stadio avanzato in tutti i territori.

Sotto questo aspetto, il Ministero sta compiendo un’incisiva opera di sensibilizzazione nei confronti delle autorità nazionali e locali coinvolte nei processi di autorizzazione, anche favorendo il dialogo tra i diversi livelli istituzionali coinvolti.

Sono state, in particolare, adottate soluzioni per snellire i processi autorizzativi quali ad esempio la pianificazione delle Conferenze di Servizi ed è stato incoraggiato un comportamento proattivo del Concessionario nei confronti dei territori su cui deve intervenire.

Recenti misure di semplificazione per l’innovazione sono, inoltre, state previste (nel decreto-legge n. 135/2018 convertito nella legge n. 12 del 2019) per accelerare il rilascio delle autorizzazioni in particolare per le attività di scavo a basso impatto ambientale.

Secondo quanto dichiarato da Open Fiber S.p.A. attualmente, su un totale di 5554 Comuni coinvolti dal Piano “aree bianche” sono stati avviati 1663 cantieri, 273 cantieri sono stati completati mentre in 50 sono state avviate le procedure di collaudo.

È evidente che bisogna fare di più e meglio e, mi sento di dire, si deve trattare di uno sforzo corale da parte di tutti i livelli istituzionali coinvolti.

Bisogna far maturare la consapevolezza che si tratta di un piano strategico per il Paese e per recuperare il gap evidente con il quale ci confrontiamo è mia intenzione agire su tre piani distinti ma tra loro strettamente interconnessi. Anzitutto è mia intenzione avviare un programma speciale rivolto alle amministrazioni locali, in collaborazione con le Ministre Dadone e Pisano, per standardizzare e snellire, per quanto possibile, i processi autorizzatori. Bisogna poi semplificare, pur nelle strette maglie regolamentari esistenti, le procedure di collaudo da parte di Infratel Italia S.p.A. favorendo una collaborazione virtuosa con Open Fiber S.p.A. e guardando la procedura dalla prospettiva dei cittadini. Non è ammissibile che dopo aver “subito” i disagi dei cantieri i cittadini non possano utilizzare la fibra perché risulta non completata la fase di collaudo dei lavori!

Sotto questo e altri profili di rilievo per lo sviluppo delle reti sarà determinante l’opera del Ministero dello Sviluppo Economico nel recepimento del nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche da completare entro la fine del 2020.

Infine, ma solo all’esito di questo processo, bisogna aggiornare il Piano Banda Ultralarga per allinearlo agli obiettivi europei. Sotto questo profilo l’attività del Comitato Banda Ultralarga (COBUL) in via di ricostituzione sarà determinante.

 

Fase II progetto BUL

Il divario digitale del Paese appare ben evidente in base all’indice elaborato dalla Commissione Europea – il Digital Economy and Society Index (DESI) – secondo il quale l’attivazione degli abbonamenti a 100 Megabit per secondo in Italia si attesta all’ 8%, rispetto ad una media europea che sfiora il 20%, mentre la copertura delle reti ultra veloci risulta pari al 23,9%, rispetto ad una media europea del 59%.

Ogni anno Infratel Italia S.p.A. effettua, per conto del Ministero dello sviluppo economico, una consultazione tra gli operatori per verificarne le intenzioni di investimento e aggiornare la copertura del servizio a banda ultralarga nelle aree grigie e nere del Paese nei prossimi tre anni.

Secondo gli ultimi dati disponibili a giugno 2019 (per una base di indagine di un totale di 19,8 Milioni di indirizzi civici in 4.250 comuni italiani), gli indirizzi civici nelle c.d. aree grigie, ove non sono previsti investimenti dei privati in grado di garantire servizi oltre i 100 Megabit per secondo, rappresentano circa il 50% dei civici totali.

Tale fotografia mette in rilievo l’esistenza di un potenziale divario tecnologico tra le aree del Paese che potrebbero, in vista degli obiettivi 2020 e 2025 della Gigabit society, portare ad un rallentamento nel processo di ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche e di adozione di servizi di nuova generazione in Italia.

Anche facendo tesoro di questi dati, lo scorso 17 luglio 2019 il Comitato per la banda ultralarga (CoBUL) ha formalmente avviato la fase II della Strategia Nazionale.

È giunto il momento di accelerare anche su questo fronte che investe porzioni strategiche del territorio nazionale e intercetta la necessità di stimolare la domanda di servizi digitali.

Gli interventi della fase II saranno concentrati nel sostegno alla domanda per l’attivazione di servizi ultraveloci in tutte le aree del Paese e nella diffusione di infrastrutture a banda ultralarga nelle c.d. aree grigie a fallimento tecnologico.

Secondo quanto stimato dalla Società Infratel Italia S.p.A., il fabbisogno complessivo per intervenire nelle aree grigie del Paese installando infrastrutture al gigabit è pari a 5,1 miliardi di euro.

Le risorse oggi a disposizione, considerando sia i fondi Nazionali che i fondi Regionali ammontano a circa 3,3 miliardi di euro.

Si tratta di un progetto sfidante, superiore per complessità e risorse finanziare impiegate a quello attualmente in corso nelle aree bianche, che necessita della collaborazione e cooperazione di tutti gli attori coinvolti: Governo e Regioni in primis, e tutti i livelli istituzionali, nel solco di quanto fin qui fatto.

Oltre ad incentivare le infrastrutture, la fase II della Strategia Nazionale prevede anche misure di sostegno alla domanda di servizi ultraveloci nella forma di voucher, in analogia con quanto fatto già da altri paesi (quali Regno Unito e Grecia).

Si intende, pertanto, tenuto conto del fabbisogno complessivo del progetto e di eventuali risparmi sugli interventi nelle aree grigie, concedere voucher in favore di famiglie a basso reddito, Piccole e Medie Imprese, Scuole e Centri per l’Impiego, in tutte le aree del Paese, per un importo complessivo di risorse pari almeno a 1.3 Miliardi di €.

Per velocizzare l’effettiva partenza della fase II della Strategia Nazionale, sarà necessario riavviare quanto prima i lavori del Comitato per la Banda Ultralarga nella sua nuova composizione ed iniziare la necessaria interlocuzione con la Commissione UE (DG CONNECT, COMP e REGIO) secondo quanto previsto dalle regole comunitarie in materia.

Siamo dunque a un punto di svolta tecnologico per il nostro Paese e l’impegno del Ministero che guido sarà concentrato verso il completamento dei Piani avviati per la creazione di un’infrastruttura solida ed a prova di futuro.

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