SERVIZI SOCIALI: gli enti locali dovrebbero coordinare le associazioni per favorire la consegna della spesa alle persone in difficoltà

La presidenza del Consiglio ha chiarito alcune questioni che interessano i servizi sociali relative al DPCM dell’11 marzo. In particolare, i centri che erogano servizi sociali (disciplinati dalle normative nazionali o regionali) e assicurano servizi strumentali al diritto alla salute o altri diritti fondamentali della persona (alimentazione‚ igiene‚ accesso a prestazioni specialistiche ecc.)‚ possono proseguire la propria attività, ma devono garantire condizioni strutturali e organizzative che consentano il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Sono sospese soltanto le attività dei servizi diurni con finalità meramente ludico ricreative o di socializzazione o animazione che non costituiscono servizi pubblici essenziali. Anche le associazioni di volontariato che somministrano pasti o servizi alle fasce di popolazione debole‚ possono continuare ad erogare i loro servizi in quanto in quanto rientrano nella fattispecie delle mense e del catering continuativo su base contrattuale‚ purché garantiscano la distanza di sicurezza inter personale di un metro. È comunque opportuno che tali attività vengano sottoposte a coordinamento da parte dei servizi sociali pubblici territoriali

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