“La pandemia ha dimostrato la necessità di grandi competenze per il bene comune. Di qui la proposta di rilanciare e ripensare il Servizio Civile come una forza nazionale giovanile con la missione di aiutare le fasce deboli della popolazione a fianco della Protezione Civile e di altre organizzazioni. Una forza dotata di una adeguata formazione. E costruita pensando anche alla fragilità del pianeta. In futuro altre emergenze economiche, ambientali e sanitarie saranno inevitabili. Condivido il punto di fondo: la società che dobbiamo curare e reinventare ha bisogno di molte competenze che promuovano il bene comune” così Livia Turco, Presidente della Fondazione Nilde Iotti sulle pagine dell’Avvenire. “Ci vuole un cambio di paradigma e insieme alle risorse pubbliche sia necessario costruire una ‘comunità competente’ e attiva per promuovere quel fondamentale bene comune che è la salute. Se questa ‘comunità competente’ è una componente fondamentale del welfare che dobbiamo ricostruire, cioè se la questione è la mobilitazione e la promozione delle competenze dei cittadini per la promozione dei beni comuni, allora bisogna essere consapevoli che non basta attribuire al meraviglioso volontariato, alla capacità di dedizione dei cittadini, alle organizzazioni del Terzo settore il compito di sollecitare in tale direzione. Bisogna mettere in discussione, scardinare, anche attraverso un dibattito pubblico, la scansione del tempo che caratterizza la nostra società e la considerazione pubblica riconosciuta ai vari lavori e alle forme di impegno sociale”.
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LIVIA TURCO: “COSTRUIRE LA ‘COMUNITÀ COMPETENTE’. SÌ ALL’OBBLIGATORIETÀ DEL SERVIZIO CIVILE”
- 17 Aprile 2020
- covid19 | FASE 1
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