SERVIZI ESSENZIALI, DIRITTI DEI CITTADINI E CONTRIBUTO ALLA RIPRESA: LE RICHIESTE DEI COMUNI

Il conto più salato della crisi connessa a Covid-19 e al conseguente lockdown lo stanno pagando le famiglie e i Comuni. Nelle casse dei 7.904 municipi italiani mancano dai 5 agli 8 miliardi di euro. Ci sono dei Comuni che fanno fatica a pagare i loro dipendenti e se non arriveranno entro breve gli aiuti che abbiamo chiesto allo Stato. Il rischio è di non riuscire a chiudere i bilanci. C’è poca differenza tra piccoli borghi e grandi città. La coperta è corta per tutti. Si pensi a un tema come il trasporto locale che grava direttamente sulle casse degli enti locali: ci sono le spese per garantire l’igienizzazione dei mezzi e le norme sul distanziamento sociale che influiscono pesantemente sui costi, tanto più che il numero dei passeggeri è drasticamente diminuito. C’è il tema delle scuole da attrezzare e i servizi sociali che in questi mesi hanno visto moltiplicarsi le richieste di aiuto.

Servono almeno 3 miliardi di euro che devono essere messi a disposizione subito, entro la fine di giugno o al massimo la prima settimana di luglio per permettere ai Comuni di chiudere i loro bilanci. Si tratta di una serie di contributi previsti dal decreto Rilancio, ma occorre renderli disponibili al più presto sulla base del fabbisogno standard. Un miliardo è già arrivato, adesso occorre provvedere con quel che manca. Purtroppo, se non l’unica, sarà la principale entrata su cui potranno contare gli enti locali, anche se largamente insufficiente. Poi ci sono altri 100 milioni di euro messi a disposizione dei Comuni che hanno dovuto rinunciare alla tassa di soggiorno. Si tratta di un sesto rispetto ai 570 milioni di gettito ottenuti lo scorso anno, ma in questo momento ogni aiuto è prezioso. E poi sono attesi i trasferimenti per poter attrezzare i centri estivi. Senza contributi dallo Stato non si è in grado di organizzare questo servizio, mai come quest’anno fondamentale per permettere a tanti bambini e ragazzi di assaporare un ritorno alla normalità dopo tanti mesi chiusi in casa.

Se si fermano i Comuni si fermano i servizi essenziali, si mettono in discussione i diritti dei cittadini e un pezzo della ripresa che rischia di essere compromesso. Come si vede, si va ben oltre un mero problema economico, c’è in gioco la sopravvivenza stessa del nostro Paese, che si basa proprio sulla ricchezza e la diversità delle sue comunità locali. da gdc.ancitel.it

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