“L’apertura dei centri estivi è certamente un segnale positivo per molte famiglie che devono rientrare al lavoro e soprattutto per i bambini, che hanno pagato il prezzo più alto in questa pandemia, fisicamente e psicologicamente, così come il Family Act è stato indubbiamente un primo passo significativo per dare un aiuto alle famiglie che ne hanno bisogno, in questa fase di ripresa economica. Sono convinta però che per risolvere il problema del lavoro femminile e della genitorialità, della conciliazione famiglia e lavoro, per sostenere i bambini e i ragazzi durante la loro crescita e aiutare le famiglie e soprattutto le madri in questo, c’è bisogno di agire in maniera strutturale. Serve un impegno di tutti i Ministeri per riformare il sistema del welfare nel nostro Paese, una grande riforma che cambi l’ossatura del nostro sistema nel complesso, per portare una volta per tutte l’Italia verso realtà europee più virtuose.
Il tema centrale è un tema strutturale di welfare globale – penso a più asili e scuole, più sport nelle scuole, più sociale, nuovi contratti e defiscalizzazione, riconoscimento della parità di genere sul lavoro e nuove norme per la tutela economica delle madri – perché le donne al di là dell’aiuto economico con un assegno unico o di soluzioni temporanee come i centri estivi non dovrebbero scegliere se lavorare o essere madri, o temere che un figlio possa farle uscire dal mondo del lavoro. La rivoluzione per le donne, e per lo Stato, sarà sapere di poter contare su un sistema di welfare integrato di lavoro, educazione e sostegno alla cura della famiglia in maniera definitiva”. Lo dichiara Andrea Catizone, Direttrice nazionale Dipartimento Pari Opportunità di ALI.