Persone, pianeta e prosperità. Sono i tre pilastri su cui l’Organizzazione mondiale del turismo intende puntare per lanciare una nuova visione del settore: più forte, responsabile e sostenibile dopo la crisi da Covid-19.
In occasione della giornata mondiale dell’ambiente, l’Organizzazione mondiale del turismo (Unwto) ha lanciato il programma “One planet vision for the responsible recovery of the tourism sector”, attraverso un documento orientato al rilancio del settore turistico puntando sulla sostenibilità. Per sostenere l’attuazione delle linee guida dell’Unwto, questa visione raccomanda sei linee d’azione per la ripresa del turismo responsabile per le persone, il pianeta e la prosperità: sanità pubblica, inclusione sociale, conservazione della biodiversità, azione per il clima, economia circolare, governance e finanza.
Ripresa responsabile per le persone La pandemia Covid-19 ha dimostrato il forte legame tra turismo e salute pubblica. Il settore turistico è stato d’aiuto mettendo le sue infrastrutture, le catene di approvvigionamento e il personale al servizio della sanità pubblica e degli aiuti umanitari. Inoltre, continua il Rapporto, la crisi sta impattando sui posti di lavoro, sulle imprese del turismo, in particolare sulle pmi, che rappresentano circa l’80% delle imprese turistiche a livello globale.
Per questo la nuova visione suggerisce di:
- integrare gli indicatori epidemiologici nel turismo: rafforzare i meccanismi di monitoraggio può favorire il recupero del turismo come attività economica, garantendo nuove misure politiche basate su dati reali;
- collegare l’igiene alla sostenibilità: linee guida e protocolli su misura per le operazioni turistiche possono contribuire alla ripresa in modo tempestivo e sicuro. È essenziale che tali protocolli integrino il più possibile i principi di sostenibilità e includano le fasce più deboli come gli anziani e persone con disabilità;
- ripristinare la fiducia puntando sulla comunicazione: rispondere alle preoccupazioni per la salute pubblica di turisti, dipendenti e comunità ospitanti attraverso una comunicazione trasparente e proattiva sulle misure messe in atto è fondamentale per la ripartenza;
- sostenere i gruppi più vulnerabili: il lavoro in ambito turistico rappresenta la principale fonte di reddito per molte comunità locali, giovani, donne, indigeni e altri gruppi più vulnerabili. Un sostegno mirato dovrebbe consentire una ripresa più inclusiva;
- sostegno nel lungo periodo alle piccole e medie imprese: sarà necessario un sostegno mirato oltre alle misure di aiuto iniziali affinché le piccole e medie imprese possano garantire un’offerta diversificata e attraente per le destinazioni turistiche;
- riutilizzare il turismo per sostenere le comunità: capitalizzare i nuovi servizi che le imprese turistiche hanno fornito alle destinazioni in tempi di crisi offre l’opportunità di creare legami più forti con le comunità locali, apportano benefici sociali ed economici riducendo la dipendenza da fornitori stranieri.
Ripresa responsabile per il pianeta La pandemia ha aumentato la consapevolezza dell’importanza di un ambiente sano per prevenire eventuali future epidemie, in particolare nel caso delle malattie zoonotiche. Poter contare su un ambiente sano significa avere un settore turistico competitivo e sostenerne la conservazione può consentire una ripresa più ecologica. Durante la crisi la qualità dell’aria è migliorata e si stima che nel 2020 le emissioni di CO2 diminuiranno dell’8%. Secondo uno studio dell’Unwto, entro il 2030 le emissioni del settore turistico aumenteranno del 25%, pertanto la transizione green del settore nei confronti del clima riveste la massima importanza.
Per questo il documento propone di:
- valorizzare la conservazione attraverso il turismo: mentre la riduzione dell’attività economica durante la crisi ha ridotto le pressioni sull’ambiente, ci sono molte destinazioni in cui la conservazione degli ecosistemi marini e terrestri, le aree protette e le specie, dipendono quasi totalmente dalle entrate derivanti dal turismo. Sostenere meccanismi di monitoraggio in grado di catturare regolarmente questo contributo consentirebbe al settore turistico di capitalizzare i suoi sforzi legati alla conservazione;
- sostenere la conservazione attraverso il turismo: nelle destinazioni in cui crescono i conflitti, aumenta il rischio di bracconaggio e sfruttamento eccessivo delle risorse. Il ruolo del turismo a sostegno della conservazione e della lotta al commercio illegale dovrebbe essere riconosciuto nei piani di risanamento;
- investire sulla natura per il turismo sostenibile: mitigare gli impatti ambientali dell’attività turistica, migliorare la gestione delle risorse naturali come l’acqua, le barriere coralline, zone umide, mangrovie, coste e favorire la resilienza ai disastri sia in ambiente urbano che naturale, hanno il potenziale per guidare l’innovazione nel turismo sostenibile;
- monitorare e riferire le emissioni di CO2 derivanti dal turismo: è necessario rafforzare la misurazione delle emissioni e divulgarne i dati, promuovendo l’introduzione di obiettivi specifici che consentano al settore di contribuire efficacemente all’Accordo di Parigi;
- accelerare la decarbonizzazione del turismo: incrementare gli investimenti per sviluppare il trasporto a basso contenuto di carbonio e infrastrutture più ecologiche, è la chiave per la resilienza;
- coinvolgere il settore turistico nei processi di sequestro del carbonio: l’uso combinato di sistemi naturali e mezzi tecnologici per catturare il carbonio dell’intero settore, sarà necessario se il comparto non ridurrà le emissioni del 50% entro il 2030, così come raccomandato dall’Ipcc.
Ripresa responsabile per la prosperità L’emergenza Covid ha richiamato l’attenzione su quanto sia importante l’economia circolare, le filiere locali e sulla necessità di ripensare il modo in cui prodotti e servizi sono realizzati e consumati. Migliorare l’efficienza delle risorse nella catena del valore del settore turistico è un’opportunità per intraprendere un percorso di crescita sostenibile e resiliente. Durante la crisi, continua il Rapporto, lo scambio di informazioni tra i vari livelli di governo e il settore privato è stato cruciale per la gestione della pandemia. Imparare da quanto accaduto sarà fondamentale per attuare in modo efficiente i piani di risanamento e migliorare la resilienza globale. Per questo la nuova visione propone di:
- investire nella trasformazione delle catene del valore del settore turistico: favorire l’economia circolare può ridurre le perdite economiche nella catena. Il sostegno all’integrazione dell’economia circolare nel turismo può promuovere l’innovazione, creare nuovi modelli di business sostenibili, valore aggiunto per i clienti e lo sviluppo economico locale;
- dare la priorità ad approcci alimentari sostenibili: l’approvvigionamento locale, biologico, l’approvvigionamento da surplus di mercato e l’offerta di menù sostenibili possono ridurre e gestire al meglio il ciclo dei rifiuti;
- favorire la circolarità della plastica: eliminare le materia plastiche non necessarie e incentivare il riutilizzo possono catalizzare l’economia circolare nel settore turistico. La transizione verso una circolarità della plastica può ridurre i rifiuti marini e l’inquinamento da materie plastiche, preservando l’attrattiva delle destinazioni turistiche;
- misurare gli impatti economici: dati regolari e tempestivi a supporto del processo decisionale in materia di sostenibilità nel turismo sono fondamentali per allineare la ripresa con l’efficienza delle risorse, con i cambiamenti climatici e con la biodiversità;
- indirizzare i fondi verso un turismo migliore: i finanziamenti del settore dovrebbero bilanciare il sostegno necessario per la sopravvivenza delle imprese con obiettivi a lungo termine come la protezione degli ecosistemi e i cambiamenti climatici;
- consolidare i partenariati: il passaggio ad un modello turistico più sostenibile e resiliente dipenderà in gran parte dalla collaborazione e dai partenariati pubblico-privato. Il miglioramento della collaborazione tra le parti interessate lungo la catena del valore e la definizione per gli approcci partecipativi inclusivi è fondamentale per garantire un’attuazione efficace dei piani di risanamento.