RINVIO GENERALE A SETTEMBRE PER LA SALVAGUARDIA EQUILIBRI DI BILANCIO

Il rinvio a settembre dei bilanci preventivi trascinerà con sé anche la salvaguardia degli equilibri, anche per gli enti che hanno già approvato il bilancio di previsione. Un effetto importante, anche perché i tempi aggiuntivi permetteranno di definire il quadro con gli aiuti ulteriori in arrivo per i Comuni dal prossimo decreto annunciato mercoledì scorso dal ministro dell’Economia Gualtieri. A oggi è infatti forte la difficoltà di rivedere le previsioni degli andamenti sui restanti mesi dell’anno. L’articolo 106 del Dl 34/2020 fissa al 10 luglio il termine per individuare criteri e modalità del riparto tra gli enti di ciascun comparto del fondo da 3,5 miliardi sulla base degli effetti dell’emergenza Covid sui fabbisogni di spesa e sulle minori entrate, al netto delle minori spese, e tenendo conto delle risorse assegnate a vario titolo dallo Stato. Dopo l’erogazione dell’anticipo, pari al 30% del fondo, Ifel ha suggerito gli enti di stimare le somme ragguagliando quanto ricevuto al 100% e operando poi una riduzione del 10/15 per cento. Ma intanto, appunto, si profila un nuovo intervento. Non sono ancora noti poi i fondi a ristoro di specifiche voci di entrata venute a mancare nell’anno 2020.

In questo contesto un contributo di 100 milioni (articolo 180 del Dl 34/2020) è destinato al ristoro parziale delle minori entrate derivanti dalla mancata riscossione dell’imposta e del contributo di soggiorno o del contributo di sbarco. In attesa del decreto di riparto, l’assegnazione potrebbe essere calcolata prendendo a riferimento 2/12 delle riscossioni registrate dal Siope nell’ anno precedente. Lo stanziamento complessivo di 127,5 milioni di euro potrebbe inoltre risultare altamente insufficiente a coprire le mancate entrate dei Comuni per le perdite di gettito della Tosap/Cosap, esentati alle imprese di pubblico esercizio (articolo 181 del Dl 34). Sicuramente inadeguato anche lo stanziamento di 74,9 milioni con cui si ristorano le esenzioni dall’ imposta municipale propria per il settore turistico.

L’articolo 177 del Dl 34 cancella la prima rata 2020 dell’Imu relativa agli immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali e fluviali, termali, nonché agli immobili rientranti nella categoria catastale D/2 e degli agriturismi, dei villaggi turistici, degli ostelli della gioventù, dei rifugi di montagna, delle colonie marine e montane, degli affittacamere per brevi soggiorni, delle case e appartamenti per vacanze, dei bed & breakfast, dei residence e dei campeggi, a condizione che i relativi proprietari siano anche gestori delle attività ivi esercitate. Non aiuta a colmare le minori entrate lo stanziamento di 135 milioni già ripartito nei giorni scorsi e destinato per i centri estivi.

Con il quadro sopra delineato si presenta dunque sicuramente difficile l’appuntamento obbligatorio per la salvaguardia degli equilibri di bilancio. In caso di accertamento negativo, stabilisce l’articolo 193 del Tuel, il consiglio deve adottare le misure necessarie a ripristinare il pareggio, oltre che i provvedimenti per il ripiano degli eventuali debiti fuori bilancio, e tutte le iniziative richieste per adeguare il fondo crediti di dubbia esigibilità accantonato nel risultato di amministrazione (in caso di gravi squilibri sui residui). La mancata adozione, da parte dell’ente, dei provvedimenti di riequilibrio è equiparata ad ogni effetto alla mancata approvazione del bilancio di previsione, con applicazione della procedura di scioglimento prevista dall’ articolo 141, comma 2 del Tuel. da “Il Sole 24 Ore”

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