“Dopo le analisi è arrivato il momento di affrontare in modo concreto i problemi che affliggono le aree montane e periferiche. Mi auguro che da questa due giorni venga fuori un’agenda veloce che segni un cambio di passo anche sulle risorse, a partire dai 160 milioni di euro stanziati dalla legge per i piccoli Comuni ancora fermi al palo. Servono misure concrete, come quelle suggerite da Anci nell’Agenda controesodo, dalla fiscalità di vantaggio alla banda larga, la telefonia fissa e mobile, sino al ripristino e potenziamento dei servizi essenziali, in primis scuola e sanità territoriale”. Lo la evidenziato il coordinatore nazionale dei piccoli Comuni Massimo Castelli, parlando a margine della prima giornata di lavori degli Stati generali della Montagna che si sono svolti a Roccaraso.
Per il Coordinatore Anci “l’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19 ci obbliga inoltre a velocizzare ogni possibile progetto di sviluppo di questi territori, a partire dalla piena realizzazione e chiusura della ‘fase 1’ della Strategia Nazionale delle Aree Interne e ripensare subito alla programmazione 2021-2027 con modalità più semplificate e inclusive di tutti i Comuni più periferici che non possono attendere tempi infiniti per contrastare innanzitutto il dramma dello spopolamento”. “La pandemia ha dimostrato che abbandonare i territori e concentrare tutto nelle grandi città non è funzionale a nessuno”, ha proseguito Castelli che evidenzia la necessità di “coniugare le politiche territoriali in senso complessivo, ricucendo centri periferici ed aree urbane in una nuova grande visione per il futuro di tutto il Paese”. Il bisogno di una vera ripartenza si misura anche guardando alle misure varate dall’Europa per superare le difficoltà di questa fase. “Confidiamo che le risorse attivate con il Recovery fund e altre linee di intervento possano agevolare veramente una politica nuova e incisiva verso i territori montani che – ha ribadito il Coordinatore Anci – rischiano di rimanere ai margini delle politiche nazionali ed europee creando un danno all’intero Paese”. “Senza i territori la green economy non si fa, il disagio sociale non si sconfigge: quando riusciremo a capire la necessità di impostare politiche territoriali globali ne trarremo beneficio tutti”, conclude Castelli. Da parte sua il Vicepresidente vicario Anci Roberto Pella ha sottolineato che “convocare gli Stati Generali della Montagna rappresenta un segno di grande attenzione da parte del Governo nei confronti del percorso che era stato intrapreso prima della pandemia che ha investito il Paese, nonché del tema della governance della montagna, più in generale”. “Ripartire dai territori’ significa proprio questo: il tentativo di pianificare azioni e strategie di sistema che tengano conto dell’assetto del nostro Paese, della possibilità di superare le criticità esistenti al fine di garantire sviluppo, innovazione e coesione per i nostri territori e per i nostri cittadini”, ha concluso il vice presidente Anci. da anci.it