DECRETO LEGGE “AGOSTO”, AUDIZIONI DI ANCI E UPI IN SENATO

I comuni: «necessari correttivi al decreto assunzioni» Personale, Tari e scuola. Sono i tre nodi che gli enti locali chiedono al governo di sciogliere in vista del cammino parlamentare del decreto «Agosto» all’esame della commissione bilancio del Senato. Servono correttivi al dm 19 marzo 2020, quello che avrebbe dovuto sbloccare le assunzioni extra turnover nei comuni virtuosi e che invece rischia di essere impallinato dal crollo delle entrate causato dal Covid 19. Così come è urgente ricomprendere tra le perdite di gettito sofferte dagli enti anche quelle relative agli sconti decisi in autonomia dai comuni in assenza di agevolazioni nazionali. È il caso della Tari, ma anche dell’imposta sulla pubblicità, due tributi su cui i sindaci riconoscono la necessità di intervenire con agevolazioni locali a beneficio delle imprese più colpite dalla crisi ma temono l’impatto degli eventuali sconti sui bilanci. In audizione sul dl 104, l’Anci, pur apprezzando lo sforzo del governo che con il decreto «Rilancio» e il decreto «Agosto» ha garantito in totale 4,22 miliardi ai comuni, chiede all’esecutivo uno sforzo ulteriore. Per guardare avanti e intercettare la mole di risorse per gli investimenti, anticipate al 2021 ma difficili da sfruttare senza personale adeguato. Di qui la necessità di un intervento urgente sul fronte del ricambio del personale, visto che, come detto, il crollo delle entrate locali nel 2020 determinerà per tutti i comuni italiani un drastico peggioramento del rapporto tra spese di personale ed entrate correnti e in moltissimi casi il mancato raggiungimento delle soglie di sostenibilità finanziaria individuate dal dm 19 marzo, traducendosi nel blocco delle assunzioni per il 2021. Allo stesso modo, osserva l’Anci, l’imputazione tra le voci di spesa degli oneri per i rinnovi contrattuali (contrariamente alla normativa e prassi costanti degli ultimi anni) comprime ulteriormente le capacità assunzionali, nonostante si tratti di un onere finanziario che non dipende dalle scelte discrezionali delle singole amministrazioni. Un altro punto critico in materia di personale riguarda la carenza di tecnici che, secondo l’Associazione dei comuni, «in molti casi ostacola e rallenta il processo di utilizzo delle risorse» per gli investimenti. Di qui la proposta di destinare una quota dei fondi (di massima il 2%) per l’acquisizione temporanea di personale in grado di sostenere lo svolgimento delle opere, dalla gestione amministrativa alla rendicontazione. «Questa proposta permetterebbe di facilitare l’azione degli enti e di attivare giovani tecnici di diversa competenza che possono costituire un potenziale di nuove risorse professionali per la pubblica amministrazione locale», osserva l’Anci. E sempre restando sul personale, l’Anci chiede di introdurre norme per l’assunzione di personale scolastico, educativo ed ausiliario dei comuni, in deroga al tetto di cui all’articolo 9 comma 28 del DL 78/2010 e cioè la spesa per i contratti a tempo determinato del 2009. Completa il quadro delle richieste, la necessità di sostenere le aziende di gestione e riscossione delle entrate locali attraverso un ampliamento della durata e della natura degli affidamenti. Un intervento a costo zero per la finanza pubblica che rappresenterebbe un sostegno all’apparato tecnico operativo che caratterizza la gestione delle entrate locali, rappresentato in misura significativa da società private affidatarie.

L’UPI: “Accolte richieste di Province ma per la ripresa delle scuole servono ancora risorse” “Il lavoro di concertazione e collaborazione con il Governo ha finalmente portato i primi risultati per le Province: nel decreto “Agosto” sono previsti 450 milioni per garantire il ripiano dei mancati gettiti tributari delle Province e Città Metropolitane, e sono previsti nuovi fondi e misure per far ripartire gli investimenti. Al Parlamento chiediamo uno sforzo in più: di aiutarci a riportare in classe in presenza tutti i 2 milioni e 500 mila ragazzi delle scuole superiori, garantendo a Province e Città metropolitane tutti le risorse necessari per coprire il fabbisogno rilevato per gli affitti degli spazi per le scuole”. Lo ha dichiarato il Presidente dell’UPI Michele de Pascale, esprimendo un parere complessivamente positivo sul cosiddetto Decreto Agosto, su cui l’UPI è stata chiamata in audizione alla Commissione Bilancio del Senato. “E’ certamente positivo che il Governo, a seguito di quanto emerso nella rilevazione tenuta in questi mesi nel tavolo tecnico con il Ministero dell’Economi abbia riconosciuto la necessità di assegnare ulteriori 450 milioni per Province e Città Metropolitane per coprire i mancati gettiti. Ma è altrettanto importante la rimodulazione delle risorse per l’edilizia scolastica che ci permette di utilizzare tra il 2021 e il 2024 lo stanziamento che era stato previsto per il 2030. Così come non possiamo che apprezzare lo stanziamento di 600 milioni per il triennio 2021-2023 per mettere in sicurezza viadotti e gallerie con maggiori problemi strutturali e su cui è urgente intervenire. Segno che gli appelli che abbiamo lanciato in questi mesi sono stati colti e che si riconosce alle Province un ruolo chiave per il rilancio nell’immediato degli investimenti sul territorio e la ripresa dell’economia. Al Parlamento ora chiediamo di fare un passo in avanti – ha aggiunto de Pascale – e di aiutarci a centrare l’obiettivo di riportare in classe tutti gli alunni alla ripresa dell’anno scolastico: i 70 milioni previsti dal decreto per l’affitto di spazi per la didattica non sono sufficienti, visto che il fabbisogno rilevato attraverso l’avviso promosso dal Ministero dell’Istruzione è di almeno 300 milioni di euro. Se davvero la priorità per il Paese è la scuola, chiediamo al Parlamento di intervenire e di colmare questa mancanza assicurando l’intero ammontare richiesto da Province, Città metropolitane e Comuni”.


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