GOAL 10, RIDURRE LE DISUGUAGLIANZE. L’ASVIS: INVESTIRE SU INFANZIA, TERRITORI E COINVOLGIMENTO DEI LAVORATORI

Il Rapporto ASviS 2020 rileva che l’evoluzione legislativa presenta una serie di provvedimenti necessari, ma non ancora sufficienti, per incidere significativamente sulla riduzione delle profonde disuguaglianze che attraversano il Paese e che hanno amplificato drammaticamente gli effetti economici e sociali della crisi sanitaria provocata dalla pandemia. L’azione del governo italiano, infatti, è stata orientata principalmente verso politiche di protezione, rivelando la mancanza di una visione integrata e di lungo termine. Si ricorda che l’ASviS ha realizzato diverse analisi dei provvedimenti normativi alla luce dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile e dei cinque orientamenti delle politiche per la resilienza trasformativa (prevenzione, protezione, preparazione, promozione e trasformazione).

Nella Legge di Bilancio 2020 sono state adottate misure per l’accesso alle abitazioni e alla qualità dell’abitare, la sterilizzazione dell’aumento dell’Iva e l’istituzione del Fondo assegno universale e servizi alla famiglia, tuttavia rimangono limitate le misure pre-redistributive in grado di condizionare la formazione dei redditi primari e l’accesso ai servizi essenziali per i più svantaggiati.

Sul fronte dell’inclusione, si segnala l’introduzione del fondo destinato ad asili nido e scuole dell’infanzia. Tuttavia, affinché ogni provincia raggiunga l’obiettivo del 33% di bambini 0-2 anni presi in carico, nella gestione ordinaria per la fascia Prima Infanzia 0- 3 anni, i Comuni dovrebbero essere coadiuvati da interventi duraturi da parte dello Stato. Sarebbe fondamentale, inoltre, che venga garantito il tempo pieno nel primo ciclo e nella scuola dell’infanzia e che il Miur garantisca il ruolo di indirizzo, programmazione e coordinamento del sistema integrato 0-6 anni con l’istituzione di un apposito ufficio con competenze specifiche.

Gli investimenti in progetti di rigenerazione urbana e l’istituzione di fondi destinati alle infrastrutture sociali vanno accolti positivamente, ma si ribadisce la necessità che le misure per la sostenibilità ambientale favoriscano anzitutto le fasce più vulnerabili della popolazione e siano disegnate a misura delle caratteristiche e dei fabbisogni delle persone nei territori.

In merito al disagio abitativo, è importante il rifinanziamento del Fondo di garanzia per la prima casa e del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, ma si segnala la dotazione annuale modesta destinata al Programma innovativo per la qualità dell’abitare.

Relativamente alle pari opportunità e alla riduzione delle disuguaglianze di risultato, si giudica positivamente la misura sulla non imponibilità, ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, della liquidazione anticipata della NASpI.

L’emanazione del “Decreto Cura Italia” ha rappresentato una prima importante risposta alla crisi sanitaria volta a contenere il disagio sociale e l’intensificarsi delle diseguaglianze, attraverso l’introduzione di numerose misure di sostegno a lavoratori, imprese e famiglie.

Il contrasto all’intensificarsi del disagio sociale e delle disuguaglianze è stato affrontato anche nel “Decreto Rilancio”, attraverso l’introduzione del Reddito di emergenza (Rem), proposto dall’ASviS e dal Forum disuguaglianze e diversità, e  la soppressione delle clausole di salvaguardia legate a Iva e accise; l’incremento del Fondo nazionale per il servizio civile di 20 milioni di euro per il 2020; le misure straordinarie di accoglienza dei richiedenti protezione internazionale; l’incremento del Fondo Terzo settore. Il “Decreto Agosto” ha previsto il riconoscimento di una ulteriore mensilità di Rem da erogare ai nuclei aventi diritto, mentre con il “Decreto Ristori”, approvato il 27 ottobre dal Consiglio dei Ministri, vengono erogate due nuove tranche del Reddito di emergenza, a partire da 400 euro, a tutti coloro che ne avevano già diritto e a chi, nel mese di settembre, ha avuto un valore del reddito familiare inferiore all’importo del beneficio. Soddisfazione, per la decisione del governo di rinnovare la misura all’interno del “Decreto Ristori”, è stata espressa in un comunicato da Enrico Giovannini (portavoce ASviS), Fabrizio Barca (coordinatore Forum disuguaglianze e diversità) e Cristiano Gori (Università di Trento), estensori della proposta originale del Rem, che hanno però sottolineato come “non si sia intervenuto per superare le criticità che lo rendono difficilmente accessibile”.

Infine, sul tema della riduzione dei divari tra cittadini e tra territori, la strategia del governo è stata delineata principalmente dal Piano Sud 2030, presentato prima della dichiarazione di emergenza sanitaria, ma valido anche per il periodo post Covid-19. Il documento ha individuato cinque specifiche missioni, incrociate di volta in volta con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu: un Sud rivolto ai giovani; un Sud connesso e inclusivo; un Sud per la svolta ecologica; un Sud frontiera dell’innovazione; un Sud aperto al mondo nel Mediterraneo. Il Piano include inoltre un quadro strategico per l’impresa e il lavoro e per una nuova politica territoriale, insieme ad un piano di rigenerazione amministrativa, oltre che specifiche azioni relative alle diverse missioni su cui investire nel breve termine.

L’Europa e il Goal 10

Il Goal 10 mostra, a livello europeo, un’ampia variabilità: la distanza tra il valore del composito relativo alla Repubblica Ceca e quello calcolato per la Romania, rispettivamente prima e ultima nella graduatoria delle disuguaglianze, è pari a oltre 46 punti, la più vasta tra tutti i Goal considerati. Tra i grandi Paesi europei, Francia e Germania si collocano al di sopra della media Ue, mentre Italia, Regno Unito e Spagna registrano un valore inferiore alla media.  Nello specifico, l’Italia presenta un valore del composito molto al di sotto sia della media europea sia del valore nel 2010. L’indicatore che determina maggiormente le differenze è quello che esprime la distanza tra il reddito mediano di coloro che sono a rischio di povertà ed esclusione sociale e quello “soglia” di povertà ed esclusione sociale.

L’Italia e il Goal 10

Il Rapporto evidenzia un peggioramento dell’indicatore composito per l’Italia nel triennio 2012-2015, sia per il peggioramento dell’indice di disuguaglianza del reddito disponibile (che nel 2015 raggiunge il valore massimo osservato nella serie storica) che per l’aumento della differenza tra il tasso di occupazione giovanile e quello totale. Nei quattro anni successivi, l’indice risulta stabile, in virtù della compensazione tra il peggioramento della quota di permessi di soggiorno emessi sul totale dei cittadini non comunitari residenti e il miglioramento dell’indice di disuguaglianza del reddito disponibile. Nel 2020 la crisi sta ampliando le disuguaglianze sociali: il Covid-19 ha, infatti, colpito un Paese già fragile, con diffuse sacche di povertà e disagio sociale. Durante il lockdown, i lavoratori nei settori colpiti dalle chiusure mostrano livelli medi dei salari decisamente inferiori rispetto agli occupati nei settori “essenziali”. Inoltre, segnali di crescita delle disuguaglianze vengono evidenziati dal calo nel secondo trimestre 2020 del tasso di occupazione giovanile tra i 15 e i 34 anni (-3,2 punti percentuali) e di quello degli stranieri (-5,5 punti percentuali), rispetto al totale pari a -1,9.

Le proposte dell’ASviS su “Ridurre le disuguaglianze”

  • Prevedere un forte investimento sulla scuola e sull’educazione nel prossimo Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), nell’ambito di un quadro organico che promuova azioni fondate sull’alleanza tra Comuni, autonomie scolastiche, civismo attivo e terzo settore, istituzioni culturali e mondo produttivo.
  • Impostare una riforma fiscale complessiva, per riequilibrare il carico delle imposte fra i diversi ceti sociali e rafforzare la progressività effettiva del sistema fiscale nel suo complesso.
  • Elaborare politiche che favoriscano un maggior coinvolgimento dei lavoratori e delle comunità locali nelle decisioni strategiche delle imprese, promuovendo, ad esempio, dei “Consigli del lavoro e della cittadinanza” e rafforzando gli strumenti di sostegno a favore di quei lavoratori che intendono rilevare la propria azienda in crisi.
  • Indirizzare il cambiamento tecnologico verso obiettivi di giustizia ambientale e giustizia sociale, anche attraverso la leva del sistema delle imprese pubbliche e delle università.
  • Disegnare una società più inclusiva, resiliente e sostenibile attraverso forti indirizzi strategici nazionali e politiche “rivolte ai luoghi”, più che di sussidi a pioggia o progetti cantierabili tra loro isolati.
  • Attuare un deciso rinnovamento della pubblica amministrazione, che trasformi il massiccio ricambio generazionale in atto in una strategia-Paese, valorizzando nella selezione del personale le competenze tecniche e organizzative e curando la loro immissione nelle amministrazioni, offrendogli ruoli importanti per migliorare il loro funzionamento.

da asvis.it

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