Occorre ripensare tutto per diventare più efficienti dal punto di vista energetico, dagli edifici alla mobilità. Un rapporto di Enel, Schneider Electric e World economic forum spiega come farlo in modo integrato.
C’è un centro di distribuzione Lidl a Järvenpää, in Finlandia, che eccelle in soluzioni sostenibili e intelligenti. Opera al 100% con energie rinnovabili e produce più energia di quanta ne consumi durante tutto l’anno. Per garantire la massima efficienza, l’impianto immagazzina il calore in eccesso convogliandolo verso una rete di teleriscaldamento locale. Proprio il teleriscaldamento, insieme ad altre soluzioni per la regolazione della temperatura, rappresenta una sfida per edifici che si vogliano liberare sempre più dai combustibili fossili. Di questo e molto altro tratta il nuovo rapporto “Net zero carbon cities: an integrated approach”, pubblicato l’11 gennaio da Enel, Schneider Electric e World economic forum. Un documento d’inquadramento globale, ricco però di casi di studio, che esamina i benefici di un approccio energetico integrato nella progettazione e nella gestione degli edifici e della mobilità, sfruttando un’infrastruttura di rete digitalizzata e intelligente in un contesto urbano.
La portata della sfida è ampia: in tutto il mondo, le città rappresentano quasi i due terzi delle emissioni di CO2 che stanno causando l’incombente crisi climatica del Pianeta. E se ad oggi poco più della metà della popolazione vive nelle città, si prevede che aumenterà al 68% entro il 2050, con un conseguente aumento del consumo di energia (attualmente rappresenta già il 78% dell’energia primaria mondiale) ed emissioni di carbonio. Che fare allora? Secondo gli autori del Rapporto, servono azioni su tre fronti.
In primo luogo, c’è bisogno di più energia prodotta da fonti rinnovabili. In secondo luogo, servono più automobili, trasporti pubblici e riscaldamento alimentati dall’elettricità. Terzo, occorre che l’intero sistema, dalle fabbriche e le case ai sistemi di trasporto e ai dispositivi di consumo, diventi più efficiente dal punto di vista energetico. Al centro di questo approccio, definito dal Rapporto come “efficienza sistemica” (elettrificazione pulita, tecnologia digitale intelligente, edifici e infrastrutture efficienti i capisaldi), c’è l’innovazione, che si trova all’incrocio tra edifici, energia, trasporti e sistemi idrici.
L’accelerazione verso un futuro a zero emissioni di carbonio richiede infrastrutture sempre più avanzate, nuovi investimenti e, non ultimo, che la politica e la regolamentazione stiano al passo con i progressi della tecnologia. Ma la posta in gioco è alta: le emissioni di carbonio continuano a salire in molte città nel mondo, nonostante il progresso delle tecnologie pulite. Le risposte necessarie sono un migliore utilizzo del territorio (si veda ad esempio la “città dei 15 minuti” sul modello di Parigi e Melbourne), una progettazione urbana più accorta, una migliore pianificazione dei trasporti e politiche abitative sostenibili.
“Per assicurare una positiva transizione energetica, dobbiamo collaborare, invitando le amministrazioni pubbliche locali e nazionali, gli operatori del settore privato e la società civile ad adottare un’agenda comune di riduzione delle emissioni,” ha affermato Francesco Starace, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo Enel, a margine dell’uscita del documento. Il Rapporto è stato elaborato all’interno dell’iniziativa “Net zero carbon cities: systemic efficiency initiative, lanciata circa un anno fa, di cui Starace e Jean-Pascal Tricoire, numero uno di Schneider Electric, sono co-presidenti.
Per mantenere l’aumento della temperatura globale entro gli 1,5 gradi, le città devono raggiungere zero emissioni nette entro la metà del secolo. Per raggiungere questo obiettivo, ricorda il Rapporto, tutti hanno un ruolo da svolgere: i responsabili politici, le imprese, la società civile e il settore finanziario.
di Andrea De Tommasi da asvis.it