Il Piano vaccini. Stop all’autonomia delle Regioni. Tutte le fasi, approvvigionamento e distribuzione, monitoraggio fabbisogni, capillarizzazione nella somministrazione. Prenotazione e tracciamento con tessera sanitaria

“Superare l’emergenza significa mettere in sicurezza gli italiani per far ripartire il Paese”. In 25 slide, che pubblichiamo, ci sono le linee operative da seguire “per completare al più presto la campagna vaccinale”.

I “principi guida” sono “capillarità e spinta sulla distribuzione e somministrazione” dei vaccini. Significa arrivare ovunque e comunque nel Paese e nello stesso arco di tempo. Da questi principi si sviluppa tutta la “logistica di gestione dell’intero processo vaccinale” che ha un coordinatore unico nel Commissario che però si avvale di tutti gli “attori istituzionali, organizzazioni e associazioni” per garantire “in piena sinergia la continuità della filiera vaccinale” che ha quattro step: approvvigionamento, stoccaggio, distribuzione e somministrazione”.  La governance sarà quindi “accentrata a fronte di una esecuzione decentrata, con una catena di controllo snella”. Se il capo è unico – il team del generale Figliuolo – gli esecutori sono tanti. Tutto “il sistema Paese”: ministero dell’Interno, della Difesa, Economia e Finanze che scende in campo, oltre che per le risorse finanziarie, con Agenzia delle Dogane, Monopoli e Guardia di Finanza.  E poi il ministero della Salute, ministero Affari regionali, Protezione civile e le Regioni. Rispetto alle quali viene fatte una precisazione importante: “Definiscono i piani regionali seguendo le indicazioni stabilite a livello centrale e poi le applicano con le proprie strutture”.  Torna in campo, anche, la Croce rossa italiana. E c’è una new entry per questo tipo di emergenze: Poste italiane che aiuterà molte regioni, quelle che già in queste settimane hanno mostrato difficoltà nelle prenotazioni e nel raggiungere i cittadini, “supportandole con i propri sistemi informativi” e aiuterà nella distribuzione con Sda Express Courier. Le Poste accanto alle Forze armate per la distribuzione.

L’obiettivo è ambizioso: a regime, nel giro di un mese, portare a 500 mila le somministrazioni giornaliere (ora siamo a 170 mila) in modo da vaccinare l’80 per cento della popolazione entro il mese di settembre. Per fare questo occorre una distribuzione efficace e puntuale dei vaccini e l’incremento delle somministrazioni giornaliere. Il tutto segue tre linee operative della campagna. La prima: approvvigionamento e distribuzione, attraverso costante contatto della struttura commissariale con tutti gli stakeholder (portatori di interessi sul fronte vaccini). Ad oggi sono state approvvigionate 7,9 milioni di dosi, che si raddoppieranno entro le prossime tre settimane. Entro la fine di giugno è previsto l’arrivo di altre 52 milioni di dosi circa, mentre ulteriori 84 milioni sono previsti prima dell’autunno. La seconda: monitoraggio costante dei fabbisogni con interventi mirati, selettivi e puntiformi sulla base degli scostamenti dalla pianificazione. Verrà costituita una riserva vaccinale pari a circa l’1,5% delle dosi, per poter fronteggiare in fretta imprevisti (mancanza di dosi o di personale) e indirizzare le risorse dove necessario grazie agli attori in campo di cui s’è parlato prima.

Inoltre sono previsti “punti di accumulo”, ovverosia concentrare le risorse necessarie in aree cluster e di piccole dimensioni in stato di particolare necessità. Il monitoraggio costante consentirà di tenere sotto controllo ogni giorno approvvigionamento e somministrazione in ogni angolo del Paese. Si parla di “interventi produttivi mirati, selettivi e puntiformi sulla base degli scostamenti alla pianificazione”.

La “capillarizzazione della somministrazione”, si ottiene incrementando la platea dei vaccinatori e il numero di punti vaccinali. A regime saranno in campo 44 mila medici di base, 60 mila odontoiatri, 23 mila medici specializzandi. Sono in via di finalizzazione gli accordi con i medici sportivi e il Coni, i medici di aziende e siti produttivi e della grande distribuzione, i medici convenzionati ambulatoriali e i farmacisti. Se necessario, ci sarà l’assunzione di medici e infermieri a chiamata, in aggiunta agli oltre 1700 già operativi.
In caso di emergenza scenderanno in campo anche team mobili, cioè unità che possono in assoluta autonomia partire e raggiungere le località più isolate e difficili da raggiungere, magari abitate da anziani. E il motivo per cui molte regioni già adesso con morfologie complesse (montagna) e scarsa logistica (raggiungibili solo con strade impervie) sono rimaste indietro nella vaccinazione. Un vero e proprio esercito di vaccinatori.

Per allestire nuovi centri potranno eventualmente essere utilizzati siti produttivi, le aree della grande distribuzione, le palestre, le scuole, le strutture di associazioni e persino delle Cei, sale parrocchiali, refettori, oratori. Tutto questo sarà controllato e monitorato da un “Tavolo operativo permanente” che verifica quotidianamente l’andamento delle attività sul terreno. Al tavolo, coordinato dalla Struttura Commissariale, partecipano la Protezione Civile, le Regioni e le Province autonome, con l’eventuale partecipazione di altri attori istituzionali e delle associazioni.

Nella slide numero 19 ci sono le cosiddette variabili. Al capitolo “Effetti sulla campagna vaccinale”, si dice chiaramente che “non sono state considerate riduzioni di approvvigionamento dei vaccini”. Il cosiddetto “worst case scenario” (lo scenario peggiore) è stato calcolato considerando per tutti la doppia somministrazione. Sappiamo però che Janssen ne prevede una sola e questo potrebbe accorciare i tempi del Piano. Così come non è stato considerato “l’impatto favorevole nel tempo della riduzione della pressione ospedaliera” che può liberare risorse da utilizzare nella campagna vaccinale. La popolazione da vaccinare, esclusi gli under 16, sono 51 milioni di persone. L’immunità di gregge è stata calcolata al 60% a fine luglio, al 70% a fine agosto e all’80% a fine settembre.

Piano_Vaccinale_marzo_2021

 

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