“La chiusura indiscriminata di tutte le scuole in presenza, e soprattutto dei nidi, delle scuole di infanzia e delle scuole primarie, è un fatto molto grave. Inutile ribadire i danni psicologici, educativi, quelli legati alla socializzazione e alla crescita dei nostri bambini, nonché le differenze territoriali ed economiche delle famiglie che incidono in maniera negativa su questa chiusura. I dati li conosciamo tutti e sono disastrosi. E’ della massima urgenza rivedere le norme previste nei Dpcm per le zone rosse, affinché non si chiudano indiscriminatamente le scuole ma anzi si proceda solo in modo molto selettivo dove i tassi di contagio lo richiedono: a livello locale, non regionale”. Lo chiede Andrea Catizone, direttrice del Dipartimento pari opportunità di Autonomie Locali Italiane. “Non è più tollerabile agire in questo modo, scaricare tutto sui bambini, sulle donne e le famiglie”, aggiunge. “Le scuole, e in particolare quelle dei più piccoli, devono essere le ultime a chiudere in un Paese civile che ha a cuore l’istruzione, la salute, il benessere psicofisico dei bambini, ma anche il lavoro delle donne. Le scuole dell’infanzia e della primaria non possono chiudere se nel Paese rimangono aperte attività, pubbliche amministrazioni, posti di lavoro pubblici e privati, senza una strategia chiara. Chiediamo al Governo di agire prima di Pasqua”, conclude Catizone.
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Scuola: Catizone, riaprire scuole infanzia e primarie in zone rosse
- 16 Marzo 2021
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