Pubblico Impiego: verso il silenzio assenso per avere diritto al TFR. L’ARAN convoca i sindacati

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Sul versante Trattamento di fine rapporto, nella pubblica amministrazione starebbe per arrivare il meccanismo del silenzio-assenso per il conferimento del Tfr ai fondi pensione.

L’Aran sta infatti concertando assieme ai sindacati della Pa per discutere la firma di un accordo, previsto dalla legge 205 del 2017, per introdurre il silenzio-assenso per tutti i neo assunti.

Questo accordo fa seguito al Patto per il Pubblico Impiego siglato dal Ministro Renato Brunetta qualche settimana fa.

La notizia è quella della convocazione dei Sindacati da parte dell’ARAN.

Ricordiamo che per TFR (Trattamento di Fine Rapporto) si intende quella somma di denaro che il lavoratore accumula durante il proprio periodo di lavoro presso un’azienda. Una somma che poi, all’atto della cessazione del rapporto di lavoro, per qualsiasi motivo (licenziamento, dimissioni, raggiungimento dell’età della pensione) gli risulta corrisposta.

Per quantificare il TFR che spetta al lavoratore all’atto della cessazione del rapporto lavorativo basta effettuare un “semplice” calcolo: occorre infatti sommare la propria retribuzione annua divisa per 13,5; tale somma si deve poi aggiornare annualmente, in misura pari al 75% dell’inflazione più 1,5% fisso.

Che cosa cambierebbe adesso? Fino ad oggi l’adesione degli statali era volontaria. Una scelta che non è stata molto gettonata: infatti il fondo, che ha un bacino di circa 1,5 milioni di statali ha raccolto solo 78 mila iscritti.

Dunque adesso le cose potrebbero cambiare. Infatti, in base alla bozza di accordo dell’Aran tutti i neo assunti (e ce ne saranno decine di migliaia nei prossimi mesi) avranno 6 mesi di tempo per dire se vogliono aderire al fondo Sirio-Perseo oppure tenersi il Tfr.

Qualora i dipendenti pubblici non dovessero esprimere alcuna preferenza, il trattamento di fine rapporto verrebbe pertanto affidato automaticamente al fondo.

Questo potrebbe essere un passo importante verso una nuova previdenza ed un nuovo welfare anche secondo Wladimiro Boccali, il presidente del Fondo Perseo Sirio:

“La previdenza complementare negoziale nel pubblico impiego, introdotta con la riforma del sistema pensionistico del 1992, entra in funzione meno di dieci anni fa e, pur avendo ottenuto buoni risultati, ha bisogno di un serio investimento che può trovare nel rinnovo dei contratti il suo naturale spazio.

Partendo dagli interventi già sperimentatati o in via di attuazione, come l’adesione contrattuale per i Corpi di Polizia locale con le risorse dell’ex Art. 208 del Codice della Strada e l’adesione semi automatica anche mediante il silenzio/assenso, introdotta con la Legge di Bilancio per il 2018, si possono prevedere forme di adesione semi automatica con diritto di recesso, oltre che per i neoassunti, anche per i lavoratori pubblici in regime di TFR.

L’elemento centrale dei possibili interventi di diffusione della Previdenza Complementare deve essere l’informazione al lavoratore in modo da consentirgli una scelta consapevole.”

da lentepubblica.it

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