La corte dei Conti nel Rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica, che pubblichiamo, invita in sintesi:
- a spostare il prelievo dall’Irpef all’Iva
- a sfoltire e semplificare la giungla di agevolazioni fiscali che sottraggono 53 miliardi alle casse dello Stato
- e a rivedere profondamente il sistema della riscossione.
Per la Corte dei Conti risulta, in particolare, necessario per conseguire un significativo e duraturo miglioramento della tax compliance un diverso modello di relazione nel rapporto che l’amministrazione intrattiene con i contribuenti nella fase dell’adempimento.
L’approccio attuale, basato sull’approntamento dei modelli di dichiarazione accompagnati da corpose istruzioni compilative e, soprattutto, sulla predisposizione di dichiarazioni precompilate, può considerarsi relativamente sufficiente per gli adempimenti fiscali dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, tenuto conto che la gran parte di essi ricorre all’assistenza dei Centri di assistenza fiscale.
Fisco per dipendenti e pensionati sempre più pesanti per la Corte dei Conti
Durante i quasi 50 anni trascorsi dalla sua entrata in vigore, si è discusso più volte della necessità di una revisione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, senza mai arrivare a una direzione di riforma condivisa.
Il declino del peso dei redditi da lavoro sul prodotto nazionale lordo, la persistente e significativa evasione e il proliferare di trattamenti tributari differenziati contribuiscono a mettere in dubbio che si possa ancora parlare di prelievo “generale” sui redditi. Al contrario, tali deviazioni hanno condotto nel tempo ad un prelievo quasi esclusivamente concentrato sui redditi da lavoro dipendente e pensione. Prelievo piuttosto sbilanciato sui redditi medi e con andamenti irregolari e distorsivi delle aliquote marginali effettive.
Nell’ottica di revisioni dell’Irpef che riducano il prelievo sui “redditi medi” senza provocare alterazioni del prelievo sugli altri, la progressività continua rappresenta uno strumento più idoneo.
Un sistema di prelievo sempre più complesso
In particolare, la proliferazione delle spese fiscali e dei trattamenti tributari differenziati, ha significativamente contribuito a rendere complesso il sistema di prelievo. Nonostante siano stati assunti nel tempo continui impegni a limitarne l’uso, il loro numero è aumentato sensibilmente anche nell’ultimo anno.
Quando le spese fiscali hanno il fine di incentivare investimenti e comportamenti che dovrebbero avere dei ritorni nel medio lungo periodo – come nel caso degli incentivi per la Ricerca e Sviluppo o l’efficienza energetica – l’incertezza del quadro normativo mette a repentaglio il raggiungimento dei fini originari.
Le ipotesi di riforma dell’IVA
Nel caso italiano, un primo punto da esplorare riguarda la possibilità di passare dall’attuale sistema a tre (quattro) aliquote ad uno a due aliquote, mantenendo sostanziale parità di gettito.
Questa ipotesi è alla base della simulazione che accorpa al 7,5 per cento le attuali aliquote del 4 e del 10 per cento e l’aumento dal 22 al 23 per cento di quella ordinaria, con invarianza della distribuzione dei beni tra aliquota ridotta e ordinaria.
La Corte dei Conti, inoltre, invita a spostare il prelievo dall’Irpef all’Iva. E così semplificare la mappa delle agevolazioni fiscali che sottraggono 53 miliardi alle casse dello Stato e rivedere profondamente il sistema della riscossione.
La riforma della Riscossione
Infine la Corte dei Conti analizza come rivisitare la Riscossione. Sul piano organizzativo andrebbe considerata l’istituzione di una autonoma agenzia, alla quale far partecipare anche l’Inps, tenuto per legge ad avvalersi dei servizi dell’Agente nazionale della riscossione.
Inoltre si dovrebbe prevedere l’istituzione di una commissione tecnica permanente per affrontare sistematicamente le criticità più diffuse:
- le carenze numeriche e la qualificazione professionale del personale
- il sistema informatico
- le modalità di finanziamento del servizio
- una più razionale regolamentazione degli adempimenti e delle competenze tra le diverse strutture centrali e territoriali.
Nel disegno di riforma decisiva sarebbe, poi, la revisione delle procedure. Superando così l’interminabile serie di notificazioni che dilatano i tempi della riscossione che mette a dura prova la capacità organizzativa della struttura.
da lentepubblica.it
Corte dei Conti-Rapporto Coordinamento Finanza Pubblica 2021