“Nel 2020 la #Lombardia è la regione che ha registrato il più alto consumo di suolo con 750 ettari in più rispetto al 2019, seguita da #Veneto (+ 682 ettari), #Puglia (+ 493), #Piemonte (+ 439) e #Lazio (+ 431)”. Questi i dati perentori che emergono dall’edizione 2021 del rapporto ‘Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici’, realizzato dall’Ispra, che pubblichiamo.
La cementificazione dei centri urbani e l’occupazione di suolo, come sottolinea l’indagine, influenza anche l’incremento delle #temperature presente nelle nostre città. “A livello nazionale superano i 2300 gli ettari consumati all’interno delle città e nelle aree produttive (il 46% del totale) negli ultimi 12 mesi. Per questo le nostre città sono sempre più calde, con temperature estive, già più alte di 2 gradi, che possono arrivare anche a 6 gradi in più rispetto alle aree limitrofe non urbanizzate”.
Un ruolo particolare è poi determinato dalla #logistica. “E con la logistica – conclude lo studio Ispra – l’Italia perde ancora più terreno. Invece di rigenerare e riqualificare spazi già edificati, sono stati consumati in sette anni 700 ettari di suolo agricolo e il trend è in crescita. In #Veneto le maggiori trasformazioni (181 ettari dal 2012 al 2019, di cui il 95% negli ultimi 3 anni) dovute alla logistica, seguito da #Lombardia (131 ettari) ed #Emilia-Romagna (119)”.
Il Covid-19 non ha fermato il consumo di suolo di #Roma e della Città Metropolitana di #Milano. Tra il 2006 e il 2020 nell’Area Metropolitana di Milano sono stati consumati 2.153,2 ettari di territorio, mentre nell’area del Comune di Roma, il consumo di suolo ha riguardato 2.023,66 ettari. Nel dettaglio sono oltre 123 gli ettari consumati nella Capitale tra il 2019 e il 2020, mentre nell’area metropolitana di Milano, nello stesso periodo, sono stati impermeabilizzati 93,54 ettari di suolo.
Guardando i dati emerge inoltre come la gran parte del consumo di suolo degli ultimi 15 anni si concentri, nel caso della Città Metropolitana di Roma, all’interno dei limiti del comune centrale (quasi la metà, con una tendenza alla crescita negli ultimi anni), mentre la situazione opposta si verifica a Milano, dove il 90% del consumo dello stesso periodo avviene nei comuni di cintura e non nel comune capoluogo che negli ultimi due anni ha un consumo di suolo bassissimo, con un’evidente tendenza alla riduzione.
Fonte: isprambeinte.gov.it