Ammontano a 83 miliardi i Fondi Strutturali 2021-2027. Nei giorni scorsi il Ministro per il Sud e la coesione territoriale on. Mara Carfagna ha inviato alla Commissione europea il testo dell’Accordo di Partenariato 2021-2027, ricevendo già i primi apprezzamenti.
“Ora spetta a noi procedere in maniera rapida per arrivare all’intesa definitiva entro e non oltre la metà di settembre, recuperando così in parte il ritardo con cui Bruxelles ha pubblicato il Regolamento”. Lo ha dichiarato il ministro Carfagna, intervenendo all’incontro con circa duecento soggetti che compongono il Partenariato, tra Ministeri, Regioni e un centinaio di organizzazioni economico-sociali e rappresentanti della società civile.
Nel corso del suo intervento il ministro Carfagna ha elencato alcuni elementi caratterizzanti il nuovo ciclo di programmazione.
“Le risorse da gestire sono più elevate del precedente ciclo di programmazione – ha argomentato il ministro Carfagna -. Di queste, oltre 56 miliardi (cioè i due terzi) andranno a finanziare Programmi regionali (POR), mentre il resto andrà ai Programmi nazionali (PON), che sono stati ridotti da 13 a 10, su sollecitazione della Commissione UE”. Il criterio utilizzato è stato quello di mantenere e potenziare le esperienze migliori del ciclo 2014-2020 e introdurre nuove importanti iniziative, come il PON Salute, fortemente voluto dal ministro per contribuire a colmare i deficit della sanità meridionale.
I PON previsti nel testo dell’Accordo inviato a Bruxelles, i cui dettagli sono ancora oggetto di confronto con la Commissione europea, sono i seguenti:
- Salute, si tratta di un Programma inedito, rivolto a superare le disparità territoriali e sociali attraverso il contrasto alla povertà sanitaria e il rafforzamento di medicina di genere, prevenzione e tutela delle persone con disagio psichico, in particolare tra le fasce più vulnerabili nelle regioni meno sviluppate: circa 620 milioni di euro;
- Innovazione, ricerca e competitività per la transizione verde e digitale, che comprende anche azioni rilevanti in materia energetica: oltre 5,6 miliardi di euro;
- Cultura, per rivitalizzare i luoghi della cultura e altri spazi nelle regioni meno sviluppate: circa 650 milioni di euro;
- Metro Plus, che potenzia l’analoga esperienza del ciclo precedente, estendendola anche alle città medie del Mezzogiorno e guardando in particolare al miglioramento della qualità della vita in periferie e aree marginali: circa 2,9 miliardi di euro;
- Sicurezza e legalità, per contrastare attività criminali e illecite e rafforzare i presidi di sicurezza, al fine di tutelare lo sviluppo di territori e attori economici: circa 580 milioni di euro;
- Scuola e competenze, per il contrasto alla povertà educativa e la dispersione scolastica, in particolare al Sud: oltre 3,8 miliardi di euro;
- Inclusione e povertà, proseguirà l’opera di avvio di servizi con caratteristiche e standard omogenei su tutto il territorio nazionale, estendendo l’intervento anche a minori in condizioni di disagio, anziani non autosufficienti e disabili: oltre 4,1 miliardi di euro (da consolidare a regime con risorse ordinarie);
- Giovani, donne e lavoro, per la creazione di nuova occupazione “di qualità”, soprattutto giovanile e femminile: circa 5,1 miliardi di euro;
- Capacità per la coesione, rivolto al reclutamento di alte professionalità a tempo determinato, destinate al potenziamento delle strutture impegnate nella gestione dei fondi di coesione: circa 1,3 miliardi di euro;
- Just Transition Fund, per l’attuazione del programma europeo, rivolto in Italia alla decarbonizzazione delle aree di Taranto e del Sulcis Iglesiente: circa 1,2 miliardi di euro.
“È quindi indispensabile che tutte le amministrazioni, nazionali, regionali e locali, sviluppino al più presto una capacità di programmazione, spesa e attuazione assai maggiore rispetto al passato – ha aggiunto il ministro Carfagna -.. In particolare, le Regioni hanno una responsabilità importante. Oltre all’azione del PON ‘Capacità per la coesione’, il governo con il dl ‘Governance e Semplificazioni’ ha offerto loro un ruolo rafforzato dell’Agenzia per la Coesione, alla quale è stato attribuito un potere sostitutivo rispetto alle amministrazioni in ritardo o inadempienti. Ma si tratta di un ruolo eventuale e ‘servente’ alle prerogative delle amministrazioni titolari e ai territori, che rimangono protagonisti e destinatari ultimi degli interventi”.
Fonte: agenziacoesione.gov.it