È stato firmato il 29 agosto il protocollo d’intesa tra la Ministra per le Politiche giovanili, con delega al servizio civile, on. Fabiana Dadone, e il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, per l’avvio del “Servizio Civile Ambientale e per lo Sviluppo Sostenibile”. L’iniziativa si collega alla proposta del giugno 2020 dell’ex parlamentare del M5S Alessandro Di Battista e da Lapo Sermonti, esperto di protezione ambientale del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) delle Nazionali Unite, ispirata a sua volta all’ambizioso progetto “Green New Deal” della parlamentare statunitense Alexandria Ocasio-Cortez lanciato nel 2019.
“Il futuro dipende dallo stato di salute del pianeta in cui vivranno le giovani generazioni – ha dichiarato la Ministra Dadone – ed è sempre più chiaro che sia necessario fare un cambio di rotta verso un mondo sostenibile e ad impatto zero. In origine il servizio civile fu pensato come alternativa al fermo obbligatorio: invece di fare la guerra imparare a costruire il futuro. Oggi il futuro si costruisce e si protegge con le competenze ambientali, oggi conoscere e studiare mettendo in pratica le proprie conoscenze è difendere non solo la patria ma il pianeta intero. Oggi responsabilità, rispetto, onore e disciplina sono valori tutti proiettati verso l’ambiente, pensate agli incendi, ai terremoti, all’inquinamento, alla scarsità idrica”.
“Grazie al protocollo di intesa – prosegue Dadone – possiamo dare ai ragazzi opportunità e strumenti per diventare parte attiva di questa rivoluzione verde: inserendo nell’ambito dell’istituto del Servizio civile universale programmi e progetti finalizzati alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, preparando i giovani ad affrontare le sfide e cogliere le opportunità della rivoluzione verde e transizione ecologica, trasformando le conoscenze dei giovani sulle tematiche ambientali in ‘competenze verdi’ utili a migliorarne l’occupabilità nei nuovi ambiti della ripresa economica connessi a tali tematiche”.
Per la Ministra con delega al servizio civile occorre anche sostenere “attraverso questa tipologia di programmi e progetti del ‘Servizio civile ambientale e per lo sviluppo sostenibile’, la formazione dei più giovani, a partire dalle giovani donne, nelle discipline scientifico-tecnologiche necessarie per l’innovazione della società (nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering e Math) e STEAM (Science, Technology, Engineering, Arts and Mathematics)” e impiegare “i giovani in attività di educazione ambientale e di educazione allo sviluppo sostenibile rivolte alla popolazione e alle scuole e in percorsi di diffusione della conoscenza e di buone pratiche ecologiche finalizzati a stimolare comportamenti virtuosi e stili di vita sostenibili” nonché “in azioni in grado di contribuire alla rivoluzione verde e transizione ecologica”.
Nell’accordo stretto con il Ministero della Transizione ecologica si pensa inoltre di valorizzare “sul piano esperienziale le ‘competenze agite’ degli operatori volontari in relazione ai temi della green economy anche con riferimento alle nuove professionalità richieste in settori quali: tutela e valorizzazione delle biodiversità, lotta allo spreco alimentare, promozione delle energie rinnovabili, sviluppo delle nuove tecnologie ambientali, digitalizzazione, economia circolare, bio-economy, tutela del patrimonio marino-costiero, blu-economy, lotta al marine litter, Green Public Procurement e Criteri Ambientali Minimi, educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile” e quindi a certificare “le competenze acquisite nell’ambito di un progetto formativo che coinvolge i giovani alla costruzione del loro futuro, alla qualità della vita e di quella delle prossime generazioni”.
Attualmente l’ambito ambientale non è tra quelli più attivi nel servizio civile universale. Nell’ultimo Bando volontari da oltre 55mila posti, quelli che riguardavano il Settore “Patrimonio ambientale e riqualificazione urbana” sono stati solo il 4,6% del totale mentre quelli del Settore “Agricoltura in zona di montagna, Agricoltura sociale e biodiversità” appena lo 0,2%. (FSp)
da redattoresociale.it