Decreto Infrastrutture, nasce il Cismi: il digitale pilastro della “nuova” mobilità

Innovare, all’insegna del digitale e della sostenibilità, il sistema dei trasporti italiano. Il Cdm di oggi ha dato il via libera al decreto Infrastrutture che istituisce il Cismi, Centro per l’innovazione e la sostenibilità in materia di infrastrutture e mobilità. Il centro, nel quale opereranno 24 ricercatori e tecnologi, svolgerà attività di studio, di ricerca e di sviluppo nel settore della sostenibilità delle infrastrutture e della mobilità, dell’innovazione tecnologica, organizzativa e dei materiali, in coerenza con le trasformazioni che caratterizzano e caratterizzeranno in futuro i sistemi di trasporto e le infrastrutture.

“Il provvedimento odierno, in coerenza con la nuova visione del Ministero e le strategie del Governo (pubblichiamo l’”Allegato Infrastrutture, mobilità e logistica” al DEF e un resoconto dell’attività del MIMS), semplifica le procedure per gli investimenti nelle infrastrutture, migliora la sicurezza e il funzionamento dei trasporti, tutelando maggiormente i diritti alla mobilità delle persone con disabilità e delle donne in gravidanza – spiega il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini – Per sostenere l’attuazione del Pnrr alla luce dei processi di innovazione in atto nei settori di nostra competenza viene istituito all’interno del Mims un Centro di ricerca e di sviluppo nel settore della sostenibilità delle infrastrutture e della mobilità, dell’innovazione tecnologica, con conseguente immissione di un nucleo di ricercatori e tecnologi che contribuiranno ad aumentare la qualità delle politiche di competenza del Ministero”.

Per il miglioramento della rete ferroviaria il decreto prevede inoltre un’accelerazione dell’attuazione del “Piano nazionale di implementazione del sistema europeo di gestione del traffico ferroviario, European Rail Traffic Management System (Ertms)” al quale il Pnrr dedica investimenti ingenti nell’ambito del potenziamento degli interventi per la digitalizzazione, così da aumentare la sicurezza delle ferrovie, rinnovando o ristrutturando i veicoli, e a potenziare il traffico senza ricorrere alla costruzione di nuove opere.

I trasporti nel Pnrr

L’innovazione del sistema dei trasporti è al centro della missione 3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La missione mira a rendere, entro il 2026, il sistema infrastrutturale più moderno, digitale e sostenibile, in grado di rispondere alla sfida della decarbonizzazione indicata dall’Unione Europea con le strategie connesse allo European Green Deal (in particolare la “strategia per la mobilità intelligente e sostenibile”, pubblicata il 9 Dicembre 2020) e di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile individuati dall’agenda 2030 delle Nazioni Unite.  Gli investimenti previsti si pongono in linea con quanto previsto dall’attuale Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), laddove prevede che “Per i trasporti si attribuisce rilievo prioritario alle politiche per il contenimento del fabbisogno di mobilità e all’incremento della mobilità collettiva, in particolare su rotaia, compreso lo spostamento del trasporto merci da gomma a ferro”.

Come previsto dal PNIEC, “è necessario integrare le cosiddette misure “improve” (relative all’efficienza e alle emissioni dei veicoli) con gli strumenti finalizzati a ridurre il fabbisogno di mobilità (misure “avoid”) e l’efficienza dello spostamento (misure “shift”).”  Inoltre, come indicato dalla Commissione nelle Raccomandazioni specifiche per Paese (CSR) 2020 e 2019 per l’Italia, “Investire nel trasporto e nelle infrastrutture sostenibili è anche un modo per affrontare le sfide ambientali. Occorrono investimenti verdi consistenti per conseguire gli ambiziosi obiettivi dell’UE in materia di energia e clima per il 2030”.

Allo stesso modo, la Commissione ha sottolineato che la crisi socioeconomica derivante dalla pandemia “comporta il rischio di accentuare le disparità regionali e territoriali all’interno del paese, esacerbando le tendenze divergenti tra le regioni meno sviluppate e quelle più sviluppate, tra le periferie sociali e il resto delle aree urbane, nonché tra alcune zone urbane e zone rurali”, richiedendo politiche mirate a evitare questo rischio.

La missione si articola in due componenti. Gli interventi contenuti nella prima componente – Investimenti sulla rete ferroviaria – sono destinati allo sviluppo del sistema ferroviario italiano: questa componente è dedicata al completamento dei principali assi ferroviari ad alta velocità ed alta capacità, all’integrazione fra questi e la rete ferroviaria regionale e alla messa in sicurezza dell’intera rete ferroviaria. L’obiettivo principale è potenziare il trasporto su ferro di passeggeri e merci, aumentando la capacità e la connettività della ferrovia e migliorando la qualità del servizio lungo i principali collegamenti nazionali e regionali, anche attraverso il rafforzamento dei collegamenti transfrontalieri.

La seconda componente – Intermodalità e logistica integrata – prevede interventi a supporto dell’ammodernamento e della digitalizzazione del sistema della logistica.  In stretta connessione con l’impianto strategico di questa Missione, a valere su risorse nazionali verranno inoltre realizzati investimenti per la Sicurezza stradale 4.0, al fine di migliorare la sicurezza e la  resilienza climatica/sismica di ponti e viadotti, utilizzando le soluzioni fornite dall’innovazione tecnologica  e in un’ottica di adattamento ai cambiamenti climatici; saranno finanziati interventi per lo sviluppo del  sistema portuale per il miglioramento della competitività, capacità e produttività dei porti italiani, con  una particolare attenzione alla riduzione delle emissioni inquinanti; si realizzeranno infine ulteriori  interventi di rafforzamento del Servizio ferroviario regionale.

da corrierecomunicazioni.it, di Federica Meta

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