Da alcuni giorni la stampa da conto delle affermazioni del Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta di un imminente cambio di rotta sullo smart working finalizzato a porre fine all’esperienza del lavoro agile come modalità ordinaria di organizzazione del lavoro pubblico, richiamando in ufficio tutti i dipendenti pubblici anche con l’obiettivo di velocizzare i procedimenti e dare maggiore impulso alla ripresa.
“Sono molto d’accordo con il ministro Brunetta. Green pass per i dipendenti pubblici e smartworking al minimo indispensabile. L’Italia si sta rimettendo in moto e la pubblica amministrazione deve correre – ha dichiarato Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e presidente nazionale di Ali – lavoratori e cittadini, utilizzino uffici pubblici, in massima sicurezza”.
Per il presidente del Cnel, Tiziano Treu, la parola d’ordine è gradualità perché la PA ha esigenze e funzioni diverse rispetto al settore privato. “Il pubblico – ha sottolineato – ha sperimentato una forma particolare di lavoro a distanza imposto dall’emergenza: ora, ha ragione il ministro Brunetta, bisogna uscire ma non da un giorno all’altro. Occorre cercare una gradualità e vedere le esigenze e le modalità migliori anche ibride”.
Sul tema pubblichiamo da lasettimanagiuridica.it un intervento di Vito Antonio Bonanno, “Lo smart working nella pubblica amministrazione: a che punto siamo”, che ricostruisce la vicenda a partire dai provvedimenti presi per fronteggiare la pandemia e per limitare la diffusione dei contagi.