Nell’organizzazione del pubblico impiego entra anche il «lavoro da remoto»; una forma meno evoluta di lavoro agile, che potrà essere effettuata da casa o da un’altra sede (per esempio spazi di coworking) individuata nell’accordo individuale senza però modificare gli obblighi legati all’orario di lavoro. Questa opzione si affiancherà allo Smart Working vero e proprio, che potrà essere svolto «con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro», ma solo dove le amministrazioni saranno in grado di fissare in modo puntuale i target individuali. E di misurarli.
Il doppio modello di lavoro a distanza prende forma nella nuova bozza di contratto delle Funzioni centrali (ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici) che l’Aran ha presentato ieri ai sindacati.
da ntplusentilocaliedilizia.ilsole24ore.com