Presentata in occasione della prima giornata di lavori degli Stati generali della green economy, come ogni anno, la Relazione sullo stato della Green Economy scatta una fotografia dell’Italia green.
Vediamo nel dettaglio i punti chiave della Relazione sullo stato della green economy 2021.
Calano le emissioni di gas serra nel 2020, ma non basta, la crisi climatica continua a peggiorare
Le emissioni di gas serra sono diminuite di circa il 9,8% nel 2020, a causa della pandemia, ma nel 2021 hanno riprese a crescere, si stima del 6%, non rispettando così il senso del Green Deal che vuole una ripresa senza aumento di emissioni. Se l’Italia recepisse il nuovo target europeo di riduzione del 55% al 2030, dovrebbe tagliare le proprie emissioni entro i prossimi 10 anni del 26,2, riducendole del 2,6% all’anno nei prossimi 10 anni. Nel 2020 gli eventi estremi connessi ai cambiamenti climatici in Italia sono stati quasi 1.300, nel 2011 non raggiungevano i 400.
Energia e Rinnovabili, solo 800MW di nuovi impianti di rinnovabili elettriche
Nel 2020 in Italia il consumo da fonti rinnovabili è stato di 21,5 Mtep , 0,4 Mtep in meno del 2019 . Nel 2020 le rinnovabili termiche si sono fermate a 10,1 Mtep, meno del 2008, le rinnovabili nei trasporti sono state 1,3 Mtep, lo stesso valore del 2019 e più basso di quello del 2012. Nel 2020 le rinnovabili elettriche sono cresciute solo di 1 TWh (+1%) e sono stati installati solo 800 MW di nuovi impianti Per raggiungere il target europeo si dovrebbero installare almeno a 6.000 MW annui per i prossimi 10 anni. Nel 2020 i consumi primari di energia in Italia si sarebbero ridotti del 9,2% rispetto all’anno precedente: un calo in linea con quello del Pil (-8,9%), a conferma che la contrazione dei consumi di energia è stata causata dalla crisi generata dalla pandemia.
La sfida delle green city
Si stima che nelle città si producano due terzi delle emissioni globali di gas serra: nessun percorso di decarbonizzazione può prescindere da un loro pieno coinvolgimento. La sfida della neutralità climatica è un impegno decisivo per il futuro delle città, ma anche una occasione di riqualificazione ecologica. In vista della Cop26 di Glasgow, per promuovere un nuovo protagonismo delle città per il clima e sostenere un rinnovamento del Patto dei Sindaci aggiornato ai target al 2030 e al 2050, lo scorso 8 luglio è stata presentata dal Green City Network “La Carta delle città verso la neutralità climatica” che ha già ricevuto le adesioni di oltre 45 città italiane.
Continuano le buone performance dell’Italia nell’economia circolare
L’Italia nel 2020 si classifica 1° fra i cinque principali Paesi europei per produttività delle risorse (misurata in euro di Pil per kg di risorse consumate), con 3,7 €/kg, davanti a Francia, Germania, Spagna e Polonia. Nel 2019 l’Italia ha riciclato 14 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, pari al 51% dei rifiuti prodotti, seconda in Europa dopo la Germania. Per il tasso di utilizzo circolare dei materiali (CMU) che misura il grado di impiego dei materiali riciclati all’interno dell’economia in relazione all’uso complessivo di materie prime, l’Italia si colloca al 2° posto dopo la Francia.
Cambia il mercato dell’auto più ibride ed elettriche
Nel 2020 in Italia la vendita di nuove auto è calata del 28%, rispetto al 2019, anche se la riduzione sembra rientrare nel 2021. Pare costante ormai la discesa delle vendite delle auto diesel – dal 53% del 2017, fino al 33% del 2020 e anche a benzina: dal 44% del totale immatricolato del 2019 al 38% dell’ultimo anno. Si avvantaggiano le alimentazioni alternative – Gpl/metano, ibrido, elettrico (full electric e plug-in) – che nel 2020 rappresentano quasi il 30% del nuovo immatricolato. Il traino all’ascesa delle alimentazioni alternative è dato dalla penetrazione delle alimentazioni ibride, che segnano il sorpasso sulle alimentazioni Gp-metano. Le auto elettriche sono triplicate in un anno, dalle 17 mila unità del 2019 alle 60 mila circa del 2020, dallo 0,9% al 4,3% del mercato. L’ Italia però è ancora molto lontana dal target di 6 milioni di auto elettriche al 2030
Cresce il biologico, DOP e IGP non calano le emissioni di gas serra
L’agricoltura italiana anche nel 2020, nonostante una lieve contrazione, ha confermato il suo primato europeo. Continua a crescere il settore biologico, a inizio 2020 interessava circa 2 milioni di ettari, circa il 15% della Sau, + 78,9 % rispetto al 2010. Secondo la strategia “Farm to fork ” nel 2030 l’ agricoltura biologica deve interessare almeno il 25% della superficie agricola Ue. L’Italia è leader in Europa per numero di prodotti DOP, IGP, STG. Nell’ultimo decennio la distribuzione di fertilizzanti è diminuita leggermente (-1,3 %), quella di prodotti fitosanitari si è ridotta in modo più consistente (- 6,5 %), ma le emissioni di gas serra del settore agricolo nel decennio non sono diminuite.
Non cessano gli allarmi per il capitale naturale
L’Italia è il Paese europeo che preleva la maggiore quantità di acqua dolce per uso potabile da corpi idrici superficiali o sotterranei e si colloca al secondo posto per valori di prelievo pro-capite. Il consumo di suolo continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nel 2020, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 56,7 km2, in media, oltre 15 ettari al giorno, due metri quadrati di suolo ogni secondo. L’Italia non ha raggiunto l’obiettivo di un soddisfacente stato di conservazione di habitat e specie stabiliti dalle Direttive Habitat e Uccelli ed è lontana dal target di qualità «buono» per i corpi idrici della Direttiva quadro sulle acque: siamo al 40%.