Nonostante con il decreto reclutamento siano state introdotte numerose misure per il conferimento di incarichi a professionisti ed esperti, e anche per la semplificazione delle procedure assunzionali per le pubbliche amministrazioni nell’ottica del Pnrr, “non è sfuggita all’attenzione del Governo la necessità rappresentata recentemente e in più sedi, da parte dei rappresentanti degli enti locali, di provvedere con urgenza ad una revisione della disciplina sui limiti delle capacità assunzionali”. Lo ha sottolineato il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, in audizione alla Commissione Bilancio della Camera sul decreto legge per l’attuazione del Pnrr (Dl 152/2021). Pubblichiamo le slide illustrative.
“L’obiettivo generale del provvedimento – ha chiarito il ministro – è quello di raggiungere ulteriori milestone e target il cui conseguimento è previsto, secondo il Pnrr, entro il 31 dicembre prossimo”. Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione, il decreto prevede due novità importanti a beneficio dei professionisti che saranno assunti per l’attuazione del Pnrr: da un lato, la previsione che non siano più obbligati a cancellarsi dall’albo o dall’Ordine professionale di appartenenza; dall’altro lato, la facoltà di optare tra il regime previdenziale di provenienza e quello correlato all’assunzione a tempo determinato presso la Pa (ovvero l’iscrizione all’Inps).
Il provvedimento aumenta, inoltre, a più di mille gli incarichi di collaborazione che possono essere attribuiti ai territori a supporto delle attività di semplificazione, secondo quanto previsto dal decreto legge 80/2021. Ed estende a tutte le pubbliche amministrazioni citate dall’art. 1 comma 2 del Dlgs 165/2001 la possibilità di associarsi a Formez PA per poter usufruire dei suoi servizi sia per il reclutamento sia per l’assistenza tecnica.
Alla fine dell’audizione, il ministro è intervenuto sul tema della revisione dei vincoli assunzionali sollevato dagli enti locali, da ultimo all’assemblea annuale dell’Anci a Parma: “Negli ultimi 10 anni il personale degli enti locali è diminuito di quasi il 20%, negli ultimi 20 anni di quasi il 30%. I Comuni hanno visto da un lato diminuire la qualità e quantità dei servizi forniti ai cittadini, dall’altro hanno visto una stagnazione degli investimenti”.
“Oggi, però, serve un’operazione di grana fine”, ha concluso il ministro Brunetta. “Anche stante il processo di digitalizzazione in atto, i Comuni hanno carenze specifiche di personale per gli investimenti. Manifestano, cioè, esigenze di personale qualificato in virtù dell’aumento degli investimenti fissi lordi fino a 15 miliardi annui, anche grazie al Pnrr. Di fatto, si assisterà a un minor fabbisogno di personale per le funzioni che saranno digitalizzate e a un maggior fabbisogno delle figure legate alla curva degli investimenti. Il ragionamento che stiamo facendo, dunque, è quello di riscrivere le norme riguardanti le potenzialità assunzionali dei Comuni in funzione non di generici indicatori di spesa corrente e di costi del personale, ma di spesa per personale qualificato legato ai trend che si stanno incrementando (investimenti, servizi alla persona). Significa correlare i fabbisogni assunzionali agli obiettivi che hanno trend incrementali, rendendo le regole non ottuse e piatte, ma intelligenti, in funzione dei bisogni dei Comuni in questo particolare periodo storico”.
da funzione pubblica.gov.it