Rigenerazione urbana. Il decreto PNRR aumenta obblighi e fondi per i Comuni

Il dl PNRR approvato da Camera e Senato mette mano a due Investimenti del Recovery plan per la rigenerazione urbana, aumentando gli obblighi per i Comuni e le risorse già stanziate. Una mossa che potrebbe lasciar presagire anche l’indizione di un nuovo bando.

A venir toccati dall’articolo 20 del decreto Recovery sono infatti due linee di investimento del Piano nazionale di ripresa e resilienza:

  • L’Investimento 2.2 della M2C4, che finanzia “Interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni”;
  • L’Investimento 2.1 della M5C2, che riguarda gli “Investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale”.

Nel primo caso, oltre a chiarire le risorse stanziate in precedenza e confluite nel PNRR, il decreto 152-2021 dispone anche una serie di regole a cui devono sottrarre i Comuni beneficiari.

Nel secondo caso, invece, il decreto PNRR stanzia altri 500 milioni di euro per gli investimenti di rigenerazione urbana volti alla riduzione dei fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale che – lo ricordiamo – sono stati già oggetto di un bando. Motivo che lascia ipotizzare due possibili modalità di impiego dei nuovi fondi: l’aumento della dotazione del bando chiusosi a giugno 2021, oppure il lancio di una nuova edizione dell’avviso pubblico da parte del Viminale.

In entrambi i casi si tratta di misure varate negli anni passati e successivamente confluite nel PNRR.

PNRR: Interventi per la resilienza del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni

Entrando nel merito del provvedimento, la prima parte dell’articolo 20 del decreto 152-2021 interessa l’investimento 2.2 della M2C4 da 6 miliardi di euro, e chiarisce come una parte dei fondi sia arrivata dai 3 miliardi stanziati per il quinquennio 2020-2024 dalla Manovra 2020.

Oltre a fare chiarezza sulle risorse provenienti dalla Finanziaria 2020, il decreto PNRR vincola anche una parte dei suoi fondi (almeno il 50%) agli interventi di efficientamento energetico. Le risorse straziate dalla legge di bilancio 2020, infatti, potevano essere utilizzate sia per questo tipo di interventi, sia a sostegno della mobilità sostenibile e della messa in sicurezza degli edifici. Adesso invece, al fine di assicurare il rispetto dei target UE, il dl 152-2021 si sbilancia verso il lato “green” della misura, obbligando i Comuni a rispettare queste percentuali, nonché il principio europeo DNSH sull’ambiente. Quanto alle tempistiche, per i contributi relativi al triennio 2022-2024, il decreto obbliga i Comuni a concludere i lavori entro il 31 dicembre dell’anno successivo a quello di riferimento del contributo.

Ad interessare l’Investimento 2.2 della M2C4 del Piano è anche l’ultima parte dell’articolo 20 del decreto PNRR. Il comma 2, infatti, si occupa dei contributi ai Comuni per investimenti di messa in sicurezza degli edifici e del territorio per gli anni dal 2021-2030, previsti dalla Manovra 2019 e poi rifinanziati dalle successive leggi di bilancio. In tutto parliamo di 3,6 miliardi, di cui 3 miliardi finiti appunto nell’investimento 2.2. della M2C4 del PNRR. Anche in questo caso, il decreto Recovery interviene soprattutto sul fronte tempistiche, prevedendo che i Comuni beneficiari delle risorse per l’anno 2021 concludano i lavori entro il 31 marzo 2026.

A ciò si aggiunge la decisione di prevede che, a decorrere dal 2022, le procedure di assegnazione dei contributi prevedano che almeno il 40% delle risorse allocabili sia destinato agli enti locali del Mezzogiorno.

PNRR: Interventi di rigenerazione urbana anti marginalizzazione e degrado

La parte centrale dell’articolo 20 del decreto 152-2021 riguarda invece l’investimento 2.1 della M5C2 (la Mission dedicata all’inclusione sociale e alla coesione), da 3,3 miliardi di euro.

La misura – lo ricordiamo – è quella prevista dalla Manovra 2020 per migliorare il decoro urbano e sociale delle città, le cui risorse sono confluite parzialmente (2,9 miliardi) nel PNRR per quanto riguarda le annualità 2021-2026 (la misura, in realtà, dura infatti fino al 2034).

In questo caso, il decreto 152-2021 apre il portafoglio e stanzia 500 milioni di euro in più (100 milioni per il 2022 e 200 milioni per ciascuno degli anni 2023 e 2024) che però, ad oggi, non è chiaro come saranno usati. Finora infatti è già stato pubblicato il bando per il triennio 2021-2023, chiusosi il 4 giugno. Le nuove risorse, quindi, potrebbero confluire nell’avviso già emanato, oppure andare sulle successive annualità.

 

da fasi.eu

DECRETO LEGGE sull’attuazione del PNRR, n.152 del 2021, scheda Camera

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