Il Governo si è impegnato a questo ulteriore stanziamento, che sarà probabilmente formalizzato sotto forma di emendamento al Decreto “Milleproroghe” o al Decreto “Sostegni ter”. Le risorse saranno ripartite nel seguente modo: 40 milioni di euro per l’anno 2022, 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024, 285 milioni di euro per l’anno 2025 e 280 milioni di euro per l’anno 2026.
Successivamente, il Ministero dell’Interno, con proprio decreto, da emanare entro il 31 marzo 2022, provvederà all’assegnazione delle risorse ai Comuni. Il decreto farà scorrere la graduatoria dei progetti che erano rimasti esclusi dalla precedente assegnazione.
Ricordiamo infatti che il 30 dicembre 2021 il Ministero dell’Interno ha ripartito, tra i Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti, 3,4 miliardi di euro. Le risorse sono state assegnate a 483 Comuni per la realizzazione di 1748 opere volte alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché al miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale (ripubblichiamo il Decreto di assegnazione).
In fase di esame delle candidature, sono stati considerati ammissibili 2325 progetti. Ne sono rimasti fuori 541, che ora saranno finanziati grazie alla nuova immissione di risorse.
I nuovi beneficiari dovranno rispettare le tempistiche stabilite dal DM del 30 dicembre 2021, cioè affidamento dei lavori entro il 30 settembre 2023, completamento del 30% delle opere entro il 31 marzo 2024 e trasmissione del certificato di regolare esecuzione entro il 31 marzo 2026.
Dopo l’approvazione del DM del 30 dicembre 2021, con cui il Ministro dell’Interno ha assegnato i 3,4 miliardi di euro, i Comuni del Nord Italia hanno lamentato la loro esclusione a vantaggio di quelli del Centro Sud. Di queste rivendicazioni si è fatto promotore in Parlamento l’on. FI Roberto Pella, che ha proposto un ordine del giorno collegato alla Legge di Bilancio 2022, strappando l’impegno del Governo a reperire 900 milioni di euro.
Anche il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, aveva considerato paradossale che da una parte l’Italia potesse disporre di risorse per investimenti straordinari e dall’altra parte ci fossero progetti già pronti non finanziati nei Comuni del Nord. La causa è stata perorata anche da Massimiliano Fedriga, Presidente dalla Conferenza delle Regioni, e da Michele De Pascale, Presidente dell’Unione delle Province italiane.
In un’interrogazione, svolta alla Camera mercoledì 12 gennaio, l’on. Della Lega, Massimo Bitonci, ha lamentato che le risorse sono state assegnate in gran parte al Sud perché la valutazione dei progetti è avvenuta secondo il criterio dell’indice di vulnerabilità sociale. A suo avviso, si tratta di un criterio anacronistico e inadeguato che, se continuerà ad essere applicato, continuerà a svantaggiare i Comuni del Nord. Secondo Bitonci, il Sud già riceve il 40% delle risorse ed è necessario valutare la bontà dei progetti perché utilizzando il criterio della vulnerabilità sociale si rischia di finanziare progetti di minore valore.
Come emerge dalla risposta del Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il criterio dell’indice di vulnerabilità sociale non è in discussione. Ad ogni modo, il Governo ha deciso lo stanziamento di 905 milioni di euro per l’integrale copertura dei progetti considerati ammissibili ai finanziamenti.
Commento critico dell’economista Giancarlo Viesti su Twitter: “Sanata un’ingiustizia! Le risorse PNRR per la rigenerazione urbana erano state assegnate anche in base all’indice di vulnerabilità sociale e materiale (cioè ai Comuni più bisognosi). E quelli ricchi, discriminati!!! Subito trovato quasi un miliardo anche per i comuni più ricchi”.
da edilportale.com