Il settore sociosanitario rischia il tracollo. L’appello di 14 associazioni che chiedono a Draghi, Speranza e Franco “la costituzione urgentissima di un tavolo di lavoro”

Aumentano i costi, ma non il sostegno dalle Regioni: il sociosanitario privato e non profit rischia il tracollo. È il grido di allarme che lanciano assieme Uneba e Acop, Agespi, Aiop, Anaste, Anfass, Ansdipp, Aris, Confapi, Confocooperative Sanità, Confocooperative Federsolidarietà, Legacoop sociali, Unindustria e, per adesione, Agci, in un appello, che pubblichiamo, rivolto al presidente del consiglio Mario Draghi, al ministro della salute Roberto Speranza e al ministro dell’economia Daniele Franco. Il settore sociosanitario rischia il tracollo – spiegano le associazioni – perché i costi di gestione aumentano, il costo del lavoro aumenta, l’inflazione è alta, le persone assistite si aggravano e quindi i bisogni crescono. Ma le tariffe regionali restano invariate.

“Gli operatori del settore socio-sanitario – scrivono le associazioni – operano in via praticamente esclusiva con il Ssn (…) e non hanno altra possibilità di incrementare le proprie entrate dal momento che sono strettamente regolate dal sistema pubblico regionale con tariffe che nella maggior parte dei casi sono ferme da più dieci anni”. “Se persiste – continua l’appello – l’attuale inerzia del sistema regolatorio pubblico sugli adeguamenti tariffari, gli operatori del settore non saranno più in grado di garantire la continuità assistenziale agli anziani e disabili ospiti delle strutture”. Ma “Venendo meno la sopravvivenza degli Enti e delle Aziende che gestiscono l’intero settore sociosanitario, il modello stesso di Welfare assistenziale del paese viene meno”.

Di fronte a questo scenario così drammatico, Uneba e le altre associazioni chiedono a Draghi, Speranza e Franco “la costituzione urgentissima di un tavolo di lavoro”.

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