Una società in house della Regione Lazio concessionaria del servizio di trasporto pubblico locale extraurbano nel Lazio, ha affidato la maggior parte degli incarichi legali degli ultimi anni a una cerchia ristretta di nove avvocati individuati mediante scelte puramente fiduciarie “in spregio” ai principi di imparzialità, trasparenza, anticorruzione e rotazione richiesti dal codice dei contratti pubblici.
E’ quanto ha stabilito Anac, dopo un’approfondita istruttoria, che si è tradotta in un Atto del Presidente, che pubblichiamo, al termine di un procedimento di vigilanza sulla società laziale.
Per 637 incarichi legali sono stati liquidati circa 4,4 milioni di euro. Di questi, circa 3 milioni di euro sono stati liquidati a soli nove professionisti, che si sono visti affidare 483 dei 637 incarichi legali nel quinquennio 2017-2021.
Gli importi erogati ai nove avvocati hanno determinato, secondo Anac, “ingiustificate rendite di posizione in favore di un ristretto numero di professionisti, a discapito dei principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità e pubblicità”. Da ciò è conseguito “il consolidamento di posizioni di vantaggio in capo ai legali più frequentemente affidatari”, in assenza di motivazioni idonee a giustificare la reiterazione degli incarichi agli stessi professionisti.
La società ha spiegato di non essere dotata di un servizio legale interno e che “procede al conferimento di incarichi legali specifici e puntuali nel momento in cui si determina la necessità di tutelare in giudizio le ragioni dell’azienda”. Ha ricordato di non aver istituito alcun Albo dal quale attingere i nominativi dei legali esterni poiché il precedente elenco Avvocati era stato abolito nel 2014 dando mandato al Presidente di affidare gli incarichi di patrocinio legale sulla base di professionalità e fiducia. A partire dal 2014 l’Azienda ha dunque affidato gli incarichi di patrocinio legale attraverso atti di indirizzo del Presidente e/o Direttore Generale sulla base della “pregressa proficua collaborazione professionale maturata” e della “accertata competenza tecnica specifica nelle materie oggetto del contenzioso”.
A seguito dell’entrata in vigore delle Linee Guida N. 12 di Anac è stata formalizzata una proposta al Cda per l’istituzione di un nuovo Albo degli Avvocati e relativo Regolamento per il conferimento degli incarichi legali. L’approvazione di tale proposta è stata sospesa “in attesa che si chiarisse il quadro normativo di riferimento”.
I rilievi e il pronunciamento dell’Anac
L’Autorità ricorda che si tratta di una società in house e in quanto tale assoggettata all’integrale rispetto del Codice dei contratti pubblici. Non si comprendono perciò le motivazioni che hanno spinto la società ad abolire l’elenco degli avvocati: la scelta di demandare ai vertici le decisioni sui conferimenti degli incarichi legali è in distonia con i principi di imparzialità, trasparenza, pubblicità e parità di trattamento del Contratti pubblici perché comporta una eccessiva discrezionalità in capo ai vertici societari.
La società avrebbe dunque dovuto preventivamente definire un elenco di avvocati, una short list, mediante un avviso sul sito istituzionale dell’ente al fine di garantire la massima trasparenza e la massima concorrenza. Per Anac c’è una grave carenza di applicazione di tutti i presidi anticorruttivi e di trasparenza indicati dalle Linee guida n.12 dell’Autorità, con la conseguente violazione dei principi dell’Unione europea richiamati dal Codice appalti. Nove avvocati hanno ricevuto 483 incarichi sui 637 complessivamente affidati nel quinquennio, determinando così una posizione di indubbio vantaggio in assenza di motivazioni idonee a giustificare una deroga così ampia al principio di rotazione previsto dal Codice appalti.
La gestione societaria della Società in house della Regione Lazio si è mossa, dunque, in distonia con i principi di buon andamento e di imparzialità previsti dall’articolo 97 della Costituzione in virtù dell’assenza di una “short list” da cui attingere per poter conferire i singoli incarichi legali mediante una procedura trasparente, oggettiva ed imparziale.
La gestione di un contenzioso molto consistente sia per quanto il numero degli incarichi affidati (mediamente 140 incarichi ogni anno), sia per i compensi liquidati (circa 4,4 milioni di euro nelle annualità 2017-2021), consiglierebbe di valutare la costituzione di un Ufficio Legale interno. Considerato l’elevato contenzioso aziendale cui dover far fronte, infatti, una scelta del genere, secondo Anac, potrebbe comportare risparmi rilevanti per l’Amministrazione.
da anticorruzione.it