Napoli, 17 marzo 2023 – «Oggi siamo a Napoli, nel giorno dell’Unità d’Italia, assieme a tanti sindaci per dire ‘No’all’autonomia differenziata. L’Italia ha bisogno di unità, di avere maggiore peso politico e strategico sia in Europa sia sul piano internazionale. Abbiamo di fronte sfide globali su temi fondamentali come l’economia, la finanza, le reti energetiche, le grandi migrazioni, la parità dei diritti, che senso ha una riforma che divide l’Italia e aumenta le disuguaglianze? È un disegno miope e pericoloso, oltre che incostituzionale. Regionalizzare la scuola o la sanità come vorrebbero fare i ministri leghisti significherebbe uscire dal solco della Costituzione e accrescere ancora di più le disuguaglianze, sarebbe cioè negato l’esercizio del diritto allo studio o alla salute e alla cura in maniera uguale su tutto il territorio nazionale e si realizzerebbe un doppio regime fra quello nazionale e quello regionale. Un arretramento radicale oltre che una controriforma incostituzionale. Serve piuttosto uno sforzo per ricucire Nord e Sud, centro e periferia.
Uno Stato frammentato e diviso è uno Stato debole. E meno male che si definiscono patriottici. Delle due l’una: o siamo di fronte a un enorme cortocircuito politico e non sanno quello che fanno, o siamo di fronte a una gigantesca ipocrisia, a danno degli italiani. Non glielo permetteremo». Così Matteo Ricci, Presidente nazionale di Ali-Autonomie Locali Italiane e Sindaco di Pesaro, a margine della manifestazione promossa dall’associazione Sindaci del Sud Italia Recovery Sud “Uniti e Uguali” contro l’Autonomia differenziata in corso a Napoli, alla quale partecipa assieme a una delegazione di sindaci Ali.
«Vorrei ricordare, oggi che ricorre l’Unità d’Italia, – conclude Ricci – che le Regioni sono nate per legiferare e programmare, e sono diventate sempre più un ente gestionale. Allora se vogliamo parlare di autonomia parliamo piuttosto dei Comuni, e non della creazione di ulteriori meccanismi gestionali a livello regionale. Facciamo una riforma seria che metta al centro i Comuni, che sono gli enti più vicini ai cittadini, che conoscono meglio i territori e gestiscono i servizi di prossimità»