Nella mattinata di giovedì 30 marzo si è aperto il XIX Congresso Nazionale di ALI – Autonomie Locali Italiane.
Uno dei primissimi interventi, sotto gli occhi e l’attenzione dei presenti, è quello di Matteo Ricci, presidente nazionale di ALI e sindaco di Pesaro. Ricci ha spaziato tra svariati argomenti, tutti di grande impatto sociale, economico e politico. Ecco, di seguito, un focus sul suo intervento integrale.
«ALI è un’organizzazione rinnovata, ma sana e solida. È un lavoro non scontato. ALI è un’associazione sempre utile agli amministratori locali, anche grazie a LegaNet, utile durante il Covid. Utile per realizzare una casa ai nostri amministratori locali, che sono tanti, ma spesso lasciati in solitudine.
Sono stati anni di sfide e di uno scenario politico in continua evoluzione, che rendono le azioni quotidiane sempre incerte.
Abbiamo scelto “ricucire” come parola di lancio del Congresso, perché bisogna ricompattarsi per colmare tante lacune che l’Italia presenta oggi.
Fin da subito, siamo stati per al fianco dell’Ucraina e per la pace: abbiamo sostenuto il popolo ucraino, senza ambiguità. L’Europa deve essere convinta, bisogna arrivare a un negoziato per la pace.
É necessario continuare uniti nella sfida ai cambiamenti climatici e un obiettivo concreto per il futuro è raggiungere una mobilità individuale e famigliare sempre più legata all’elettrico: non ci sono alternative, lo dico a tutte le città. Bisogna essere radicali negli obiettivi e pragmatici nella transizione ecologica. E i Comuni Sostenibili sono fondamentali per arrivare a questo. La vera sfida è la qualità della crescita.
Non bisogna banalizzare la povertà. C’è preoccupazione in merito alla riforma del reddito di cittadinanza, che va comunque riformato.
Basta buttare benziana sul fuoco ai flussi migratori per avere consenso elettorale. Basta scagliuarsi contro le ONG. Bisogna ripristinare le priorità. Prima, salvarli! Ecco la parola d’ordine! L’Italia deve diventare protagonista di una grande operazione di accoglienza e salvataggio europeo, di una richiesta di una sorta di Mare Nostrum europeo. Con più flussi regolari, ci saranno meno irregolari. Non riusciamo a superare il reato di clandestinità della Bossi-Fini.
La mia proposta è di chiedere all’Europa di usare i finanziamenti del PNRR per progetti che non saranno mai portati a termine per coprire la lievitazione dei costi e consentire così che quelli già partiti possano essere terminati. Quindi facciamo meno cose, ma portiamole in fondo. Ciò che serve è che il governo faccia le riforme che l’Europa ci chiede, a cominciare da quella sulla concorrenza, che riguarda i balneari, per ottenere le altre tranche di finanziamenti del PNRR, che devono ancora arrivare. Ma occorre prendere atto che i costi dei cantieri sono aumentati di circa il 30%, per questo credo sia ragionevole usare questi soldi per coprire gli aumenti anche rinunciando a qualche progetto ma portando a termine quelli già avviati.
Noi siamo nettamente contrari al ddl Calderoli e quindi costituiremo dei comitati per opporci al cammino di questo disegno di legge e se sarà approvato trasformeremo questi comitati in un comitato referendario per abrogarla. E’ un provvedimento sbagliato, che crea un mega centralismo regionale che divide l’Italia e contro il quale ci batteremo con tutte le nostre forze.
Sulla riforma del codice degli appalti, vedo un’alzata di scudi eccessiva, andiamo a vedere bene. Dire che tutto ciò che semplifica apre le porte alla criminalità organizzata è un accostamento sbagliato e non vero. Sul codice degli appalti dobbiamo essere dialoganti, anche se non è facile farlo con Salvini che ci mette sempre sopra un po’ di propaganda.»