La legge elettorale per i comuni: come funziona illustrato da Openpolis. Ricci: “La legge sui sindaci è l’unica che funziona bene. Va difesa”

La legge elettorale utilizzata per eleggere i sindaci e i consiglieri comunali è la stessa in quasi tutta Italia. Anche nelle regioni a statuto speciale i sistemi elettorali sono di solito molto simili.

Nelle “Mappe del potere” di Openpolis il funzionamento dei sistemi elettorali in vigore per i comuni.

Che si abbia la cittadinanza italiana o di altri paesi dell’Unione europea, basta essere residenti in un comune e aver compiuto la maggiore età per poter partecipare alle elezioni amministrative con cui vengono scelti il sindaco e i consiglieri comunali. Le norme che disciplinano questa materia sono uguali in quasi tutti i comuni italiani con due importanti distinzioni. Il testo unico sugli enti locali infatti distingue due diverse discipline a seconda che il comune abbia più o meno di 15mila abitanti. Inoltre il testo unico si applica solo nelle regioni a statuto ordinario. Anche nelle altre regioni però i sistemi sono spesso molto simili, quando non identici

Nei comuni maggiori l’elezione del sindaco avviene congiuntamente a quella del consiglio e prevede che il candidato risulti eletto al primo turno solo se raggiunge la maggioranza assoluta. In caso contrario si procede a un secondo turno di ballottaggio tra i due candidati sindaci che hanno ottenuto più preferenze. Alla lista, o al gruppo di liste, a sostegno del candidato eletto viene inoltre assegnato un premio di maggioranza che garantisce il 60% dei seggi in consiglio.

 

Il presidente di ALI Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, sulle proposte di riforma del ministro Calderoli: “La legge sui sindaci è l’unica che funziona bene. Va difesa perché democratica e funzionale”.

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