Istat rende disponibile il report “I servizi educativi per l’infanzia in un’epoca di profondi cambiamenti, stato dell’arte, inclusività e qualità dell’offerta Zerotre”.
Il report che pubblichiamo presenta i risultati relativi all’Indagine campionaria nazionale su nidi e sezioni primavera e una panoramica sul sistema di offerta dei servizi educativi da 0 a 5 anni, con particolare riferimento agli effetti della pandemia.
Avviata lo scorso 9 maggio, la ricerca ha interessato circa 3000 strutture campione in tutta Italia ed ha raccolto dati sulla domanda espressa da parte delle famiglie dei servizi, sulla capacità ricettiva e i tassi di occupazione dei posti disponibili, l’accessibilità in termini di inclusività dell’attuale offerta educativa, in particolare verso bambine e bambini con disabilità e stranieri, nonché rispetto al sistema tariffario e quindi verso le famiglie con diversi livelli di reddito ed infine sulla comunità educante, come una delle dimensioni relative alla qualità dell’offerta educativa per l’infanzia.
All’interno del report è inoltre presente un quadro informativo sul sistema educativo per bambini da 0 a 5 anni, con approfondimenti sull’offerta di servizi per la prima infanzia sul territorio italiano, la spesa degli enti locali e dell’INPS, le diseguaglianze territoriali e socio-economiche nell’accesso al nido, gli anticipatari alla scuola d’infanzia e l’offerta di servizi educativi per i bambini da 3 a 5 anni.
Il report è il risultato delle attività svolte nell’ambito dell’accordo di collaborazione siglato tra il Dipartimento per le Politiche della Famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Istat e Università Ca’ Foscari Venezia, in materia di produzione, diffusione e analisi dei dati statistici sui servizi educativi per la prima infanzia.
Il quadro che l’indagine ci riporta è articolato e di estremo interesse. Emerge chiaramente una ripresa della domanda da parte delle famiglie dopo gli anni difficili della pandemia che si concentra in particolar modo sui servizi a titolarità pubblica e nelle unità di offerta del Mezzogiorno in cui la pressione sui servizi da parte delle famiglie risulta più forte. Anche il tasso di occupazione dei posti disponibili esclude per l’anno educativo 2021/22 fenomeni di sottoutilizzo delle strutture. Relativamente all’inclusività del sistema di offerta emergono d’altra parte alcune criticità come, ad esempio, le forti differenze sui livelli di accoglienza di bambini con disabilità e di bambini stranieri tra i servizi pubblici e privati, nonché l’estrema variabilità del sistema tariffario che determina livelli di inclusività non omogenei sul territorio nazionale.
da istat.it
ISTAT I servizi educativi per l’infanzia in un’epoca di profondi cambiamenti 21-22