Community hub, portinerie, poli civici e di aggregazione, luoghi di innovazione aperta e collaborativa, presidi civici, nuovi centri culturali e centri culturali indipendenti… Cosa hanno in comune tutte queste pratiche dal basso e a base comunitaria di riuso a fini socio culturali del patrimonio? Qual è la rilevanza del fenomeno alla scala nazionale? In che modo concorrono a infrastrutturare il territorio di nuovo welfare di prossimità? In che relazione stanno con le politiche pubbliche e in che modo le pubbliche amministrazioni possono attrezzarsi per sostenerne la nascita, lo sviluppo e la durata nel tempo? La ricerca valutativa che rilanciamo con un intervento di Emanuela Saporito, Tecla Livi e Giorgio De Ambrogio, pubblicata dal Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione (NUVAP) – Dipartimento Politiche di Coesione, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e intitolata “Spazi di comunità. Ricerca valutativa sulle pratiche di riuso di spazi dismessi a fini collettivi”, si confronta con queste domande di ricerca, offrendo, per la prima volta, uno sguardo di sistema e alla scala nazionale su un fenomeno di crescente interesse.
NEGLI SPAZI DI COMUNITÀ SI FA ESPERIENZA DI FUTURO, da labsus.org