Qualità dell’aria. Dati pessimi: l’Unione europea apre una procedura d’infrazione contro l’Italia

La Commissione europea ha avviato una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto degli obblighi sulla qualità dell’aria.

Bruxelles denuncia che nel 2022 in Italia “ventiquattro zone di qualità dell’aria” presentavano “valori limite giornalieri” di concentrazione dell’inquinamento superiori al consentito e una zona superava i limiti annuali. L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere e “colmare le carenze”. In assenza di una risposta “soddisfacente”, l’esecutivo Ue potrebbe deferirla nuovamente alla Corte.

La lettera di costituzione in mora all’Italia riguarda la persistente mancata esecuzione della sentenza della Corte di giustizia dell’Ue del 10 novembre 2020. Nella sentenza la Corte di giustizia ha constatato che l’Italia non aveva ottemperato ai suoi obblighi ai sensi della direttiva sulla qualità dell’aria ambiente (direttiva 2008/50/CE). Il Green deal europeo, che mira all’obiettivo “inquinamento zero”, richiede la piena attuazione delle norme in materia di qualità dell’aria per proteggere efficacemente la salute umana e salvaguardare l’ambiente naturale. La direttiva obbliga gli Stati membri a mantenere al di sotto di determinati livelli le concentrazioni di inquinanti specifici nell’aria, come il particolato Pm10. Quando sono superati tali valori massimi, gli Stati membri sono tenuti ad adottare misure per ridurre quanto più possibile la durata del periodo di superamento dei limiti.

L’ambiente al primo posto nelle procedure di infrazione europea a carico dell’Italia. Tre quelle in tema qualità dell’aria

 

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