Futuro insostenibile, sondaggio IPCC. La previsione sul futuro delle temperature dei migliori scienziati del clima: non è nulla di buono

Ondate di caldo, carestie, insicurezza alimentare e milioni di persone costrette a lasciare la loro casa. No, non è la trama di un film post-apocalittico, ma è lo scenario che tra qualche decennio l’umanità intera potrebbe trovarsi davanti per effetto della crisi climatica. È infatti probabile che già entro la fine di questo secolo le temperature globali aumenteranno di 2,5 °C rispetto ai livelli preindustriali: è quanto si aspetta la maggior parte dei migliori scienziati esperti di clima al mondo.

L’allarmante previsione sul futuro del nostro Pianeta è emersa da un sondaggio che il Guardian ha sottoposto ai membri dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), il più importante organismo internazionale sui cambiamenti climatici. Gli esperti intervistati hanno ipotizzato quale potrebbe essere la previsione più realistica sull’andamento della crisi climatica e sebbene circa il 77% sia convinto che le temperature continueranno ad aumentare fino a un grado in più alla soglia critica dell’1,5 °C, tutti sono d’accordo sulla necessità di continuare a lavorare per contrastare gli effetti disastrosi che l’aggravarsi della crisi climatica avrà sulla vita di tutti.

La previsione dei migliori scienziati sul clima

Il giornale inglese ha provato a contattare tutti gli esperti dell’IPCC che dal 2018 a oggi hanno scritto pubblicazioni o interventi pubblici: su un totale di 843 ricercatori contatti 38o hanno risposto al sondaggio sul futuro della crisi climatica. Circa il 77% prevede che le temperature aumenteranno di 2,5 °C entro la fine del secolo, quasi la metà pensa che le cose potrebbero andare perfino peggio con un aumento di almeno 3 °C e solo il 6% crede che sia possibile rimanere entro l’1,5 °C.

Questo, hanno aggiunto gli esperti, avrà gravi conseguenze per l’umanità, che dovrà fare i conti con eventi estremi sempre più frequente, instabilità e insicurezza alimentare, incendi e inondazioni. Molti ne attribuiscono la responsabilità alle misure inadeguate dei governi, guidati da una classe politica che non sta facendo abbastanza: la mancanza di volontà da parte della politica è la principale responsabili per quasi tre quarti degli intervistati. Anche gli interessi economici delle grandi aziende, soprattutto nell’industria dei combustibili fossili, è considerata tra le prime cause, per circa il 60% degli intervistati.

Quali saranno le conseguenze per gli uomini

Molti degli scienziati si sono detti arrabbiati di fronte allo scarso impegno dei Paesi, soprattutto quelli più ricchi, per contrastare la crisi climatica. Una crisi che – sostengono alcuni degli esperti intervistati – rischia di diventare umanitaria. “Sono molto preoccupata per il costo in vite umane”, ha commentato una degli scienziati contatti dal Guardian, Leticia Cotrim da Cunha, docente dell’Università statale di Rio de Janeiro.

Tuttavia, la rabbia non significa rassegnazione per nessuno di loro. È vero che il futuro sarà sempre più difficile e che per la maggior parte degli esperti sarà praticamente impossibile rimanere entro la soglia critica dell’1,5 °C, ma è altrettanto vero che ogni sforzo fatto e ogni miglioramento ottenuto sarà di vitale importanza per il Pianeta e l’umanità stessa. Nessun ottimismo di circostanza, alcuni scienziati  – come Peter Cox, dell’Università di Exeter nel Regno Unito – hanno ribadito che non serve aspettare la fine del secolo per dire che la crisi climatica è grave, perché lo è già adesso. Ma questa consapevolezza – aggiungono – deve essere usata per fare di più e ridurre la portata delle sue conseguenze, non per accettare passivamente lo stato delle cose.

da fanpage.it

World’s top climate scientists expect global heating to blast past 1.5C target, The Guardian

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