La scorsa settimana il Governo ha pubblicato una serie di dataset aggiornati riguardanti il piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Un risultato importante a cui abbiamo almeno in parte contribuito attraverso l’invio della nostra quarta richiesta di accesso agli atti (Foia), nell’ambito della campagna #DatiBeneComune. Il rilascio di tali dati è certamente un elemento positivo anche se le informazioni condivise presentano ancora alcune lacune.
In attesa che siano pubblicati i dati che ancora mancano all’appello, per avere un’idea di com’è cambiato il Pnrr a seguito della revisione si può fare riferimento alla documentazione pubblicata dal parlamento. Per quanto riguarda il quadro finanziario, la recente relazione realizzata dal centro servizi della camera aiuta a comprendere la riprogrammazione degli interventi. Innanzitutto si legge che le misure del Pnrr definanziate del tutto, o in parte, sono ben 36.
Dal documento emergono inoltre i motivi che hanno portato a queste cancellazioni. Generalmente si tratta di investimenti che finanziavano progetti non in linea con i criteri del Pnrr, in particolare ambientali. Oppure opere che rischiavano di non essere completate entro il 2026. Il documento ribadisce inoltre che gli interventi in essere, cioè quelli preesistenti e poi inseriti nel piano, saranno comunque portati a conclusione attingendo a fondi del bilancio statale. Negli altri casi invece, anche se non per tutti, intervengono le risorse individuate attraverso il cosiddetto decreto Pnrr quater.
Un altro elemento che emerge chiaramente dall’analisi riguarda il fatto che i fondi recuperati dalle misure definanziate saranno in gran parte utilizzati per incentivi alle imprese, mentre in precedenza si trattava principalmente di opere di pubblica utilità. Se da un lato è vero che i progetti eliminati dal piano saranno comunque realizzati attraverso altri fondi, dall’altro occorre notare che con quelle risorse si sarebbero potuti finanziare ulteriori interventi pubblici.
Il Servizio studi della Camera per la sua analisi attinge a diverse fonti, non tutte pubbliche. In primo luogo fa riferimento alla quarta relazione del Governo per il Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr. Inoltre cita le riformulazioni contenute nella decisione di esecuzione del Consiglio europeo dello scorso 8 dicembre, con cui è stato dato il via libera al nuovo piano. Infine la struttura di Montecitorio riporta tra le fonti anche la banca dati Regis. Gestita della Ragioneria generale dello Stato – servizio centrale del Pnrr, questa piattaforma è attualmente accessibile solo per gli addetti ai lavori.
Incrociando queste fonti emerge che le misure aggiunte o modificate in totale sono 145. In 78 casi, la revisione ha interessato anche gli stanziamenti di risorse destinati alle diverse misure. Più nello specifico, sono stati eliminati in totale 10 investimenti per un valore complessivo di circa 11,3 miliardi. In 26 casi invece c’è stata una riduzione dell’importo per 10,9 miliardi. Questi fondi, insieme a quelli aggiuntivi assegnati all’Italia con l’approvazione del RepowerEu, andranno a finanziare nuovi interventi o a potenziare quelli già in corso.
da centroriformastato.it