L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deliberato i ricorsi al Tar contro ventuno Comuni costieri che hanno applicato la proroga di un anno delle concessioni balneari senza indire le gare pubbliche. Si tratta di Chioggia in Veneto; Ravenna, Cervia e Misano Adriatico in Emilia-Romagna; Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta, Viareggio, Carrara e Grosseto in Toscana; Pescara, Fossacesia e Vasto in Abruzzo; Fiumicino, Formia e Gaeta in Lazio; Camerota, Minori, Sapri e Pontecagnano Faiano in Campania; Ginosa in Puglia. I ricorsi al Tar fanno seguito alle diffide che l’Agcm ha inviato nei mesi scorsi contro le amministrazioni comunali che si sono avvalse della proroga tecnica disposta dalla legge 118/2022 del governo Draghi. In base a quella legge, che ha recepito le sentenze dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato di novembre 2021, le concessioni sono scadute il 31 dicembre 2023, ma è possibile un anno di tempo in più, fino al 31 dicembre 2024, al fine di concludere le procedure selettive nel caso di “difficoltà oggettive” che abbiano reso impossibile farlo entro il 2023. L’Agcm ha contestato ai ventuno Comuni di essersi avvalsi della proroga tecnica senza avere nemmeno fatto partire le procedure per i bandi. L’Autorità garante della concorrenza ha invece deciso di non fare ricorso contro molte altre amministrazioni che avevano ricevuto la diffida, ma che nel frattempo hanno avviato l’iter delle gare.
da MondoBalneare.com