«La decisione del governo, evidentemente solo rinviata in campagna elettorale per fini politici, di procedere con il taglio dei trasferimenti ai comuni e alle province è molto grave. Dall’approvazione della Legge di Bilancio era già chiaro che si sarebbe arrivati a questo, la previsione della crescita è stata errata – l’1,2% a fronte dello 0.6% reale – e ora mancano circa 20 miliardi nelle casse dello Stato; ma colpire i comuni significa mettere in crisi i cittadini, le famiglie e i lavoratori. Quando non arrivano i trasferimenti ai comuni l’ente non può far altro che procedere a ridurre la spesa corrente, ossia quella parte del bilancio che rappresenta le uniche risorse per il sostegno alle politiche sociali, alla manutenzione viaria e del patrimonio pubblico, della promozione culturale, sportiva, turistica. È qualcosa di molto grave che non si può più accettare. I comuni hanno superato, con molte difficoltà, lunghi anni di spending review e avevano iniziato a respirare negli ultimi anni. Arrivare a tagliare 250 milioni di euro all’anno e fino al 2028 ci metterà in ginocchio».
Così Valerio Lucciarini De Vincenzi, Segretario generale di ALI, Autonomie Locali Italiane, che prosegue: «Come se non bastasse il governo decide in maniera unilaterale, senza l’intesa della conferenza Stato-città, di colpire per cinque anni i comuni anche in proporzione ai fondi ricevuti dal Pnrr: decisione contro il Paese che mostra l’assenza totale di una programmazione e di una visione per il futuro dei cittadini italiani. Qual è il senso di colpire i comuni che hanno utilizzato i fondi del Pnrr se non una politica economica sbagliata?
Il Ministro Giorgetti continua a mistificare la realtà quando parla di una crescita che non c’è e di una manovra correttiva che non sarà lacrime e sangue: se non ascolta le associazioni di rappresentanza degli enti locali e torna sui suoi passi, porterà l’Italia a sbattere», conclude Lucciarini.