PNRR. Flop dei fondi per le colonnine elettriche, assegnato solo il 15%. Il commento di Motus-E

Non può essere certo un vanto per il governo il flop del finanziamento del PNRR per le colonnine di ricarica delle auto elettriche. I due bandi indetti del Ministero dell’Ambiente della sicurezza energetica hanno assegnato soltanto 96 milioni di euro rispetto ai 640 disponibili. Hanno ottenuto i fondi 3.800 stazioni di ricarica, contro le oltre 18.000 previste. Lo scrive il sito di energia Staffetta Quotidiana.
Interpellato dall’ANSA, il ministero dell’Ambiente ha spiegato che l’insuccesso dei bandi è dovuto allo scarso interesse del mercato per la mobilità elettrica nelle aree extra-urbane. Per non perdere i fondi del Pnrr, il Mase ha raggiunto un accordo con Anas e Ferrovie dello Stato per realizzare le colonnine mancanti.
Il primo bando del Mase, uscito a luglio, stanziava risorse per 360 milioni di euro per 7.500 colonnine super-veloci sulle strade extra-urbane e 280 milioni per 10.880 colonnine sulle strade urbane. Visto che il primo bando era andato mezzo deserto, ad ottobre era stato emesso un nuovo bando, con regole cambiate su indicazioni degli stessi operatori del settore.
Ma alla fine, scrive Staffetta Quotidiana, sono stati assegnati solo 52,7 milioni per 2.766 stazioni di ricarica nelle aree urbane e 43,9 milioni di euro per 1.080 stazioni nelle aree extra-urbane.
La società che ha ricevuto più finanziamenti è Fastway, con 1.380 stazioni e 33,7 milioni, seguita da Electra Italia (369 per 12,2 milioni), Enel X (618 stazioni per 8,8 milioni), Be Charge (261 per 7,8 milioni), A2A (175 per 5,9 milioni), Tamoil (85 per 3,9 milioni), Free to X (108 per 3,4 milioni), Gasgas (65 per 3,1) On Electric (146 per 3 milioni), Neogy (192 per poco meno di 3 milioni), Edison (136 per 2,3 milioni).

Secondo Motus-E c’è ancora tempo per sfruttare le risorse e aumentare l’infrastruttura: «Auspichiamo che i fondi non utilizzati siano riassegnati nel 2025 con un altro bando che abbia requisiti migliorativi», dichiara il presidente Fabio Pressi. «Si potrebbero allungare i tempi di realizzazione e coinvolgere altri soggetti (come l’Anas e i distributori carburante) per superare la complessità di trovare le aree idonee e non dover avere problemi con il permitting. Inoltre, bisogna aumentare la domanda di mobilità elettrica da parte di veicoli elettrici. Spingiamo sulle flotte aziendali, i furgoncini per il trasporto merci (le categorie N1 e N2)».

Nota ANCI PNRR Infrastruttura di Ricarica Elettrica

FAQ Infrastrutture di Ricarica 10 dicembre 24 Blocco 8

Infrastrutture di ricarica elettrica – Nuova Comunicazione – obblighi in capo ai soggetti beneficiari

Report Infrastrutture di ricarica a uso pubblico Italia quarta edizione Motus-E

Precedente

Legge di Bilancio. Domani, venerdì 10 gennaio, webinar sulle principali novità per Comuni e Città metropolitane organizzato da Anci e Ifel. Il link per iscriversi

Successivo

Enti Locali. Rilevazione dei dati riguardanti il personale in servizio al 31 dicembre 2023