
Il cambiamento climatico aumenta di dieci volte il rischio idrogeologico nelle aree colpite da alluvioni, ma la prevenzione costerebbe dieci volte meno rispetto agli interventi post-catastrofi. È quanto emerge dagli studi dell’Università di Firenze e dell’Aipin, che monitorano soluzioni basate sulla natura per mitigare i rischi in Toscana e Sicilia.
In Toscana, tecniche di ingegneria naturalistica con materiali biodegradabili e piante autoctone hanno stabilizzato la frana di Pomezzana e ripristinato il torrente Gorgone, favorendo sicurezza e biodiversità. In Sicilia, il recupero della posidonia spiaggiata e interventi nei parchi archeologici di Selinunte e Alcantara dimostrano il potenziale della prevenzione. Questi progetti, finanziati dal PNRR e dalla Missione Mare, potrebbero essere replicati su scala più ampia per ridurre il rischio idrogeologico e valorizzare il territorio.
Rilanciamo inoltre un articolo su tema dell’ingegneria naturalistica e del contrasto al rischio idrogeologico pubblicato da “Il Sole 24 Ore”.
da osservatoriorecovery.it
Ingegneria naturalistica, prevenire costa dieci volte meno, Il Sole 24 Ore