
Gli enti territoriali dovranno contribuire alle casse dello Stato per quasi 8 miliardi di euro fino al 2029. Questo prevede la Legge di Bilancio 2025 a cui la circolare della Ragioneria Generale dello Stato «Enti e organismi pubblici – aggiornamento bilancio di previsione 2025» dà concretezza raggruppando tutte le indicazioni normative da rispettare per contribuire al contenimento della spesa pubblica italiana. La quale, secondo le stime del Tesoro, salirà a 915,8 miliardi a fine 2025.
Se ai ministeri è chiesta una riduzione delle spese di 2,7 miliardi (di cui 2 miliardi di minori uscite in conto capitale e 700 milioni in conto corrente) quest’anno, gli enti locali dovranno invece accantonare risorse correnti da utilizzare poi a partire dall’anno prossimo per finanziare investimenti o ripianare l’eventuale disavanzo esistente. In numeri, nel corso del 2025 dovranno essere accantonati 600 milioni, nel triennio 2026-2028 1,6 miliardi l’anno e nel 2029 si arriverà a 2,5 miliardi.
Nel delineare le strategie per rispettare le prescrizioni, anche in ragione degli impegni derivanti dalla riforma della disciplina di bilancio dell’Ue e del Piano Strutturale di Bilancio per il 2025-2029, tutti gli enti e gli organismi pubblici dovranno considerare il quadro sinottico aggiornato delle «Disposizioni di contenimento della spesa e di finanza pubblica», che è l’allegato 1 della suddetta circolare dalla Ragioneria.
Da notare, nelle otto pagine dedicate al contenimento delle spese per consumi intermedi in materia di immobili, lo stop al blocco dell’aggiornamento dei canoni di locazione chiesti per immobili utilizzati per finalità istituzionali dalla pubblica amministrazione nonché dalle autorità indipendenti, inclusa la Consob. Infatti non è stata prorogata la previsione che «in considerazione dell’eccezionalità della situazione economica e tenuto conto delle esigenze prioritarie di raggiungimento degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica» prevedeva dal 2012 al 2023 che l’aggiornamento dei valori immobiliari dell’Istat non venisse applicato alle amministrazioni pubbliche. Visto il momento storico ed economico complesso nonché la crescente necessità di tagliare il debito pubblico, non si può escludere che si pensi a un nuovo rinvio. Anche se, con l’istituzione della Cabina di Regìa sugli immobili pubblici presso il Mef, l’esecutivo – di fatto richiamando i capisaldi della campagna del Tagliadebito promossa da tempo da Class Editori e sposata apertamente dal ministro Giorgetti ai microfoni di Class Cnbc – sta puntando a ottimizzare il parco di immobili pubblici attraverso dismissioni e/o locazioni di edifici esistenti, il taglio di quelli superflui e un’imponente opera di efficientamento.
da MilanoFinanza, di Silvia Valente
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