A poco più di due anni dall’avvio del piano per le Comunità Energetiche Rinnovabili
(CER) – con una dotazione iniziale pari a 2,2 miliardi di euro a valere sul PNRR e
l’obiettivo di favorire la nascita di migliaia di nuove comunità – il quadro attuale risulta significativamente diverso: le CER costituite in Italia sono oggi poco più di 600, in un contesto caratterizzato da iter autorizzativi complessi e da tempi lunghi nell’adozione dei provvedimenti attuativi. Nonostante queste criticità, numerosi territori, in particolare di dimensione medio-piccola, hanno scelto di investire nei progetti di autoproduzione da fonti rinnovabili, facendo leva sulla prospettiva di un contributo fino al 40% dell’investimento garantito dalle risorse PNRR.
Al 20 novembre 2025, l’obiettivo originario PNRR di nuova capacità di generazione
elettrica da FER pari ad almeno 1730 MW, in base ai dati forniti dal GSE, è stato superato con oltre 1759 MW, considerando il valore cumulato delle istanze progettuali presentate. Un obiettivo raggiunto anche grazie alla recente modifica normativa che ha ampliato la platea dei probabili beneficiari ai Comuni fino a 50.000 abitanti. Il Ministero ha comunicato la rimodulazione della dotazione finanziaria: dai 2,2 miliardi inizialmente previsti si è passati a 795,5 milioni di euro, con una riduzione pari al 64%, come riportato anche nelle comunicazioni diffuse dal GSE. Tale decisione ha suscitato forte preoccupazione tra operatori e soggetti promotori di CER, che evidenziano il rischio di un rallentamento significativo nello sviluppo di queste iniziative, in una fase in cui il perseguimento degli obiettivi di transizione energetica richiederebbe invece stabilità di risorse e di programmazione.




