“La decisione del governo, evidentemente solo rinviata in campagna elettorale per fini politici, di procedere con il taglio dei trasferimenti ai comuni e alle province è molto grave. Dall’approvazione della Legge di Bilancio era già chiaro che si sarebbe arrivati a questo, la previsione della crescita è stata errata – l’1,2% a fronte dello 0.6% reale – e ora mancano circa 20 miliardi nelle casse dello Stato; ma colpire i comuni significa mettere in crisi i cittadini, le famiglie e i lavoratori. Quando non arrivano i trasferimenti ai comuni l’ente non può far altro che procedere a ridurre la spesa corrente, ossia quella parte del bilancio che rappresenta le uniche risorse per il sostegno alle politiche sociali, alla manutenzione viaria e del patrimonio pubblico, della promozione culturale, sportiva, turistica. È qualcosa di molto grave che non si può più accettare. I comuni hanno superato, con molte difficoltà, lunghi anni di spending review e avevano iniziato a respirare negli ultimi anni. Arrivare a tagliare 250 milioni di euro all’anno e fino al 2028 ci metterà in ginocchio”. Così Valerio Lucciarini De Vincenzi, Segretario generale di ALI, Autonomie Locali Italiane. “Come se non bastasse il governo decide in maniera unilaterale, senza l’intesa della conferenza Stato-città, di colpire per cinque anni i comuni anche in proporzione ai fondi ricevuti dal Pnrr – aggiunge – decisione contro il Paese che mostra l’assenza totale di una programmazione e di una visione per il futuro dei cittadini italiani. Qual è il senso di colpire i comuni che hanno utilizzato i fondi del Pnrr se non una politica economica sbagliata? Il Ministro Giorgetti continua a mistificare la realtà quando parla di una crescita che non c’è e di una manovra correttiva che non sarà lacrime e sangue: se non ascolta le associazioni di rappresentanza degli enti locali e torna sui suoi passi, porterà l’Italia a sbattere”.
“Una mannaia si abbatte sui comuni toscani, sono quasi 20 milioni di euro i tagli previsti dalla spending review con la legge di bilancio del 2024 del governo Meloni. Questi tagli compromettono crescita e sviluppo locale, oltre che il welfare e le possibilità di cura del patrimonio e del territorio”.
A dirlo è Andrea Marrucci, presidente di Ali-Autonomie locali Toscana commentando i tagli previsti dalla legge di bilancio 2024 che programma minori risorse per 250 milioni di euro all’anno fino al 2028.
“La decisione del governo è un colpo durissimo ai territori che stanno già affrontando costi crescenti per garantire servizi essenziali al cittadino – prosegue Marrucci -. Con i tagli previsto si costringono i comuni a ridurre i servizi o ad alzare le tariffe, senza tener conto della situazione inflazionistica in cui il paese versa al giorno d’oggi”.
“Il governo riveda quanto prima questa scelta a danno delle autonomie locali. È una decisione che ripropone una stagione di tagli ai Comuni, dunque a famiglie e imprese, che credevano definitivamente superata. Una decisione ancora più incomprensibile, oltre che mortificante per gli enti locali, è quella del Governo di colpire per cinque anni i Comuni anche in proporzione ai fondi ricevuti dal PNRR. Un cortocircuito assurdo, che penalizza ulteriormente le autonomie locali che hanno avuto come unica responsabilità quella di fare bene il proprio lavoro e di aver attratto risorse nei propri territori”.
Contro il taglio dei fondi ai Comuni annunciato dall’Esecutivo “siamo ancora una volta pronti a fare la nostra parte, offrendo supporto e collaborazione in nome di una scelta che il governo Meloni deve assolutamente rivedere, manifestando più rispetto per Enti locali e per la delicatissima fase storica, sociale ed economica in cui operano”. Lo sostiene in una nota, Giovanna Bruno, sindaca di Andria e presidente regionale di Ali Puglia (Autonomie locali italiane) commentando il taglio quinquennale dei fondi destinati a Province e Comuni. “Lascia senza parole il criterio adottato ovvero la spending review che di fatto punisce quei Comuni che più sono riusciti a recuperare fondi del Pnrr. Della serie: più hai avuto, più devi restituire”, aggiunge evidenziando che si tratta di “un atteggiamento inverosimile considerando che i Comuni hanno iniziato a spendere le risorse del Pnrr tenendo testa ai tempi ristrettissimi, alle rimodulazioni continue dei finanziamenti, al cambio di gestione in corso d’opera”. Per Bruno “la scelta del governo di centrodestra suona come un’offesa al rapporto di leale collaborazione che dovrebbe contraddistinguere lo Stato e tutte le sue articolazioni, in particolare il rapporto tra governo centrale e governi periferici”, conclude.
Su Comuni e Province abruzzesi pesa un taglio di oltre 5,8 milioni l’anno fino al 2028. “I cittadini saranno costretti a pagare circa 30 milioni in cinque anni in mancati servizi, non possiamo accettare che torni la stagione dei tagli” dichiara Giacomo Carnicelli, presidente dell’associazione di Comuni ALI Abruzzo (Autonomia Locali Italiane – Abruzzo).
È quanto dispone il decreto del Ministro dell’Interno, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, che stabilisce il riparto del contributo alla finanza pubblica della legge 30 dicembre 2023, n.213, pari complessivamente in tutta Italia a 250 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028, di cui 200 milioni di euro annui a carico dei comuni e 50 milioni di euro annui a carico delle province e delle città metropolitane.
Nel dettaglio i Comuni abruzzesi più penalizzati sono quelli di L’Aquila, Teramo, Montesilvano, Celano, Lanciano e Avezzano. I tagli sulla spesa corrente incidono maggiormente sui Comuni che stanno realizzando opere con il PNRR e che quindi hanno più bisogno di fondi per gestirle: avremmo nuovi asili nido ma rimarranno chiusi perché i Comuni non potranno pagare il personale o le bollette per tenerli aperti. “Una contraddizione in termini che punisce chi si impegna” dichiara il Sindaco di Tollo Angelo Radica.