Spending review contro i comuni. Sempre più forte la protesta, da Roma e il Lazio, alla Lombardia e l’Umbria Sempre più forte la protesta dei comuni contro i tagli imposti dal governo nella spending review.
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha contestato la scelta. I sindaci umbri hanno scritto ai ministri Giorgetti e Piantedosi. Mentre si moltiplicano le prese di posizione delle associazioni regionali di ALI. Ali Autonomie locali italiane Lombardia aggiunge la sua voce a quelle dei sindaci della Regione e a quelli di altre parti d’Italia che stanno chiedendo al Governo, scrivendo di proprio pugno o votando nei consigli comunali appositi ordini del giorno, di non procedere con il taglio delle risorse ai Comuni previste nello schema di decreto ministeriale.
Lo schema quantifica in 200 milioni di euro annui per cinque anni il contributo complessivo dei Comuni alla finanza pubblica. Di questa somma, stando alle previsioni, ben 47 milioni di tagli, per il solo 2024, impatterebbero sui Comuni lombardi, quindi, concretamente, sui servizi e le prestazioni per i loro cittadini. “Queste risorse sono necessarie, anzi vitali per la tenuta del Titolo I dei nostri bilanci e dell’equilibrio contabile dei nostri Enti”, afferma Lorenzo Radice, presidente di ALI Lombardia. “Non chiediamo al Governo che ci siano date risorse aggiuntive, che pure servirebbero, ma almeno che quelle attuali, essenziali per finanziare la Spesa Corrente, quella che impatta più direttamente in termini di servizi e prestazioni sulla cittadinanza, non siano ridotte, così come prevede il Piano dei tagli.
Un’altra opzione è che ci siano concessi margini di flessibilità nella redazione dei bilanci per i prossimi 5 anni, come l’uso dell’avanzo per la spesa sociale o la riduzione percentuale di accantonamenti Fcde per consentirci di fronteggiare lo scenario drammatico che questi tagli comporteranno nel quinquennio e che questi stessi tagli non si applichino già a partire dall’anno in corso. In caso contrario, ed è un’ipotesi che non vorremmo mai prendere in considerazione, saremo costretti a tagliare servizi essenziali e aumentare le tariffe gravando così, inevitabilmente, sui cittadini”, prosegue. Ali Lombardia ha deciso quindi di sostenere la lettera che sta trovando adesioni numerose tra i sindaci lombardi (già oltre 100 le adesioni dopo un solo giorno) e che verrà indirizzata ai ministri dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti e dell’Interno Matteo Piantedosi, nella quale si ricorda come la spesa corrente sia stata già ridotta per i Comuni da diversi anni a questa parte, arrivando ai limiti della sopportabilità, e come il reperimento di risorse, anno dopo anno, per coprire costi sociali crescenti stia diventando sempre più difficile. Un ulteriore taglio comporterebbe quindi, inevitabilmente, ricadute che i primi cittadini, in quanto responsabili delle comunità amministrate, non considerano più sostenibili. Al Governo i sindaci lombardi chiedono di poter garantire i servizi in essere, come è stato fatto con grandi sacrifici negli ultimi anni, e lo chiedono alla luce di uno scenario inedito, quello originatosi a seguito dell’emergenza pandemica e che ha visto i Comuni intercettare e mettere a terra le risorse a valere sui fondi Pnrr. In questi ultimi anni, infatti, i Comuni hanno affrontato investimenti sulle proprie strutture (scuole, palestre, centri civici e sportivi) consapevoli che non avrebbero avuto risorse aggiuntive per la gestione di nuovi servizi e che avrebbero dovuto organizzare i bilanci per essere pronti, dal 2026, ad affrontare una nuova sfida: erogare più servizi senza incremento della spesa corrente.
Ma a complicare il quadro, dal 2020 a oggi, per le amministrazioni comunali, sono intervenuti diverse criticità da gestire: un’inflazione galoppante e un incremento dei prezzi per le materie energetiche; gli aumenti contrattuali dovuti al personale comunale e a quello delle cooperative sociali che assicurano gran parte dei servizi sociali, educativi e assistenziali nei sistemi di welfare delle comunità locali e, ultimo ma non meno importante, l’esplosione della spesa sociale nei nostri Comuni, complici l’invecchiamento della popolazione, la crescita della non autosufficienza e, soprattutto, l’infragilimento delle reti familiari, da cui consegue un aumento del carico per servizi di educativa scolastica e per la protezione dei minori. Voci, queste, che stanno drenando dai bilanci risorse impensabili fino a qualche anno fa. “Insomma conclude Radice siamo di fronte a una vera e propria emergenza educativa e socioassistenziale che si sta riversando sui nostri Enti, i cui bilanci, già adesso, sono oltre il limite della capacità di assorbire ulteriori incrementi di domanda e di conseguente spesa.
“In seguito alla recente decisione del governo Meloni di procedere al taglio dei trasferimenti a comuni e province, gli Enti locali del Lazio si ritroveranno in serie difficoltà nel garantire servizi ai cittadini con risorse sempre più esigue per colpa di questa destra”. Così in una nota il presidente di Autonomia locali italiane del Lazio, Luca Abbruzzetti, commentando i tagli previsti dalla legge di bilancio 2024. “I tagli previsti dalla legge di bilancio 2024 aggiunge il presidente di Ali Lazio interessano gli Enti della regione Lazio per circa 43 milioni di euro all’anno negli anni che vanno dal 2024 al 2028, con la conseguenza che i territori verranno penalizzati in termini di crescita, welfare nonché nei servizi essenziali di qui ai prossimi 4 anni. A questo si somma anche la decisione di colpire i comuni in proporzione ai fondi ricevuti dal Pnrr e, quindi, di penalizzare le amministrazioni più virtuose che inizialmente sono riuscite ad ottenere più fondi e a impiegarle per i propri territori. Ali Lazio conclude Abbruzzetti si batterà contro questo provvedimento che mortifica le autonomie locali e le nostre comunità, che senza i fondi necessari non potranno crescere”.
Spending review, Gualtieri attacca Meloni, Corriere della Sera