In Europa tira cattiva aria: solo il 3,5% delle città monitorate è sotto i limiti OMS per il PM 2,5. E nessuna è in Italia

La maggior parte delle città europee monitorate non rispetta il nuovo limite dell’OMS di 5 microgrammi per metro cubo all’anno di concentrazione di PM 2.5. Lo ha comunicato l’Agenzia europea per l’ambiente, che ha aggiornato i dati sulla concentrazione di PM 2.5 in circa 370 città europee, con una popolazione maggiore di 50mila abitanti, per gli anni 2022 e 2023.
Sono solo 13 le città che rispettano il nuovo limite OMS stabilito nel 2021: non si tratta di limiti di legge, ma di soglie cautelative, sotto le quali gli effetti sanitari sono ridotti al minimo. La nuova direttiva europea indica un limite di legge di 10 microgrammi, da raggiungere nel 2030: il limite attuale in Europa è 25 microgrammi per metro cubo.
La città con l’aria migliore è Uppsala. Nessuna città italiana tra quelle monitorate rispetta il limite di 5 microgrammi annui di concentrazione di PM 2,5 al metro cubo. E solo cinque hanno un’aria definibile discreta: Sassari, Livorno, Savona, Battipaglia e Siracusa. La maggior parte sono classificate con qualità dell’aria moderata o scarsa.
L’esposizione al particolato atmosferico accresce il rischio di malattie cardiovascolari, respiratorie, tumori, effetti sul sistema nervoso, effetti sulla gravidanza. L’Agenzia ci ricorda che il Green Deal europeo stabilisce per il 2030 l’obiettivo di ridurre del 55% le morti premature causate dal particolato fine, rispetto ai livelli del 2005. Sono impegni che dovranno essere portati avanti dalla Commissione europea in fase di definizione.

Ne scrive Jacopo Mengarelli in  questo articolo che pubblichiamo.

da scienzainrete.it

La qualità dell’aria in Europa continua a migliorare, ma i livelli di inquinamento sono ancora pericolosi in molte aree

Precedente

Calamità naturali. Nuove funzionalità del PNCS. Le Faq con ulteriori chiarimenti per l’invio dei dati previsto dal decreto-legge n. 39 del 2024

Successivo

Asili nido. Denuncia in Senato: “Il Governo li taglia al Sud. Il diritto passa dal 33 al 15%”