Legge di bilancio 2025: il governo Meloni penalizza pesantemente gli enti locali e le regioni. La stangata vale oltre 4 miliardi nel triennio, 570 milioni già l’anno prossimo di cui 140 a carico di Comuni e province. Ma se si aggiunge anche la “rimodulazione dei finanziamenti ad essi assegnati per spese di investimento”, come da definizione eufemistica del ministero dell’Economia, il conto per il 2025 sale a 1,6 miliardi.
In più al “contributo” da assicurare alla finanza pubblica, il definanziamento del fondo per le piccole opere comunali, una riduzione dei contributi per investimenti in rigenerazione urbana e per la spesa di progettazioni, il ridimensionamento del “Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare” e una forte decurtazione sul fondo per investimenti a favore dei comuni, che dal 2029 subirà una riduzione di 2,1 miliardi l’anno fino al 2034.
Tagliati anche il Fondo per la manutenzione delle opere pubbliche degli enti locali sciolti per infiltrazioni mafiose, che deve rinunciare a 5 milioni l’anno dal 2025, e quello per la progettazione degli enti locali destinato al finanziamento dei progetti di fattibilità tecnica ed economica e dei progetti definitivi ed esecutivi per la messa in sicurezza di edifici pubblici: ci saranno 29,9 milioni in meno nel 2025, altrettanti nel 2026 e 30 milioni di tagli nel 2027. Scompaiono, dal 2029, anche oltre 6 milioni l’anno per ciclostazioni e interventi per la sicurezza della circolazione ciclistica in città.
Per il Fondo per la progettazione di fattibilità delle infrastrutture e degli insediamenti prioritari per lo sviluppo del Paese con cui vengono finanziati tra il resto interventi per la sicurezza del settore idrico salteranno in tutto oltre 372 milioni di qui al 2032, tra cui 20 milioni nel 2025 e 30 nel 2026.
Due provvedimenti in incremento, che non compensano i tagli: il fondo di solidarietà comunale sale di 56 milioni nel 2025, quello per il trasporto pubblico locale di 120 milioni.