Beko, Ali Marche: “A rischio 300 famiglie e l’economia delle aree interne”

I vertici di Ali-Autonomie locali italiane Marche, il presidente Andrea Gentili e il direttore Stefano Pompozzi, intervengono sulla questione Beko Europe che ha annunciato un piano che prevede 1.935 esuberi e la chiusura di due stabilimenti a Siena, Comunanza (Ascoli Piceno) e di una linea del freddo a Varese entro il 2025.

“Quello della Beko Europe così come prospettato più che un piano per l’Italia sembra più una macelleria occupazionale – dichiarano -. Nelle Marche si prevede una riduzione di posti di lavoro di poco inferiore alle 400 unità. Per lo storico stabilimento di Comunanza è stata fissata la chiusura a fine 2025 lasciando fuori dai cancelli oltre 300 lavoratori, un indotto di centinaia e centinaia di famiglie marchigiane per gran parte residenti nei Comuni dell’area interna già alle prese con un contesto sociale, economico ed infrastrutturale complicato. Il tutto aumentato dalle criticità post-sisma”.

“L’età media dei lavoratori interessati dalla chiusura di Comunanza è di poco superiore ai 50 anni, – ricordano i vertici di Ali Marche  – quella con maggiori difficoltà in prospettiva di riassorbimento occupazionale. La giunta regionale pretenda immediatamente dal governo nazionale informazioni puntuali sui contenuti e sulla potenzialità operativa del cosiddetto golden power. Una crisi di tale portata può e deve essere affrontata necessariamente con strumenti straordinari”.
“Gran parte dei Comuni ove risiedono i lavoratori sono aderenti Ali – Autonomie Locali Italiane, – proseguono Gentili e Pompozzi – l’associazione è al fianco degli stessi e pronta a sostenere attivamente qualsiasi iniziativa utile a contrastare questo piano di tagli assolutamente irricevibile. Per il l’area interna del sud delle Marche la chiusura dello stabilimento di Comunanza rischierà di inficiare pesantemente le politiche di contrasto alla desertificazione demografica”.
“Diventerebbe difficile parlare nel medio periodo di rigenerazione urbana dei borghi interni del cratere sismico – osservano – mentre nel contempo oltre 300 nuclei familiari verranno privati di reddito. Le cose si tengono solo se procedono insieme. Di fronte a questo preoccupante quadro gli investimenti per il recupero dei contenitori (scuole, piazze, palazzi) rischiano di perdere gran parte dell’efficacia se non si tutela ad ogni costo il contenuto (le persone)”.

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