Comunità energetiche rinnovabili. Il presidente del GSE Arrigoni: “boom di domande, oltre 430”

A circa sette mesi dall’introduzione della nuova disciplina per l’avvio e la promozione delle Comunità Energetiche Rinnovabili, il bilancio italiano delle adesioni agli incentivi CER per autoproduzione e autoconsumo di energia da fonti pulite è certamente positivo.

Secondo il presidente del GSE, Paolo Arrigoni, sono pervenute oltre 430 richieste di accesso alla tariffa incentivante nazionale per una potenza complessiva di 60 megawatt, mentre ammontano a 630 le adesioni al contributo previsto dal PNRR per una potenza complessiva di circa 55 MW da realizzare nei Comuni con meno di 5mila abitanti.

Gli incentivi alle Comunità Energetiche Rinnovabili consistono infatti in una doppia forma di sostegno:

  • una tariffa incentivante nazionale applicata sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa, valida per 20 anni e calcolata dal GSE tra 60 €/MWh e 120€/MWh in base alla dimensione dell’impianto e al valore di mercato dell’energia (con maggiorazioni a seconda della zona geografica);
  • un contributo a fondo perduto per i piccoli Comuni sotto i 5.000 abitanti, concesso fino al 40% dei costi ammissibili per la realizzazione di un nuovo impianto o il potenziamento di uno esistente.

Per accedere alla tariffa incentivante e al contributo a fondo perduto è necessario presentare domanda utilizzando i portali digitali messi a disposizione dal GSE, accedendo all’Area Clienti. Per la tariffa incentivante, bisogna presentare domanda entro 120 giorni dalla data di esercizio degli impianti.

Le Comunità Energetiche Rinnovabili possono essere costituite da cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali, autorità locali, cooperative, enti di ricerca, enti religiosi, terzo settore ed enti di protezione ambientale. La normativa di riferimento è il Decreto CER accompagnato dalle sue regole attuative.

Arrigoni, GSE, “CER, boom di domande, oltre 430”

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