“Il rapporto sui costi del nucleare smentisce in modo fondato le affermazioni del Governo sulla presunta convenienza economica di un ritorno a quella fonte di energia”. Così il direttore esecutivo di Ali e Coordinatore del Comitato scientifico della Rete dei Comuni sostenibili Marco Filippeschi, tra i promotori della coalizione 100% Rinnovabili Network, commenta i dati presentati nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Roma, che pubblichiamo insieme all’appello sottoscritto da oltre cento personalità.
“Per il Governo il ritorno al nucleare è un diversivo. Intanto l’Italia nell’Unione europea difende a spada tratta le fonti fossili condannando il Paese alla dipendenza energetica e ai costi energetici più alti d’Europa con gravi ripercussioni su competitività delle imprese e cittadini. In realtà – sottolinea Filippeschi – si vogliono mascherare il ritardo tecnologico, la mancanza di investimenti, a partire da quelli nella ricerca e nell’innovazione, e di politiche industriali per la transizione che caratterizzano il nostro Paese”.
“Il rapporto dimostra che il nucleare avrebbe costi insostenibili e tempi di realizzazione incompatibili con l’urgenza del contrasto alla crisi climatica. E due referendum – ricorda Filippeschi – hanno detto con chiarezza che gli italiani il rischio non lo vogliono correre”.
“È il momento di attivare politiche di giusta transizione per accelerare la transizione energetica verso un sistema 100% rinnovabili, tutti i nuovi investimenti devono andare in quella direzione, puntando su efficienza e risparmio, autonomia energetica e riduzione dei costi, aiutando le città e i territori a modernizzarsi. Solo così, in coerenza con gli obiettivi dell’Agenda 2030 – conclude Filippeschi – possiamo rilanciare le produzioni e il lavoro e migliorare la qualità della vita”.
