Legge di bilancio 2026. L’Anci: “pesanti criticità finanziarie, servizi a rischio, nodo spesa corrente meno 460 milioni. Marrucci (Ali): “Costi scaricati sulle amministrazioni oltre a spending review e contributi alla finanza pubblica”

“Permangono pesanti criticità finanziarie che mettono a rischio la capacità dei Comuni di garantire alcuni servizi essenziali ai cittadini. Il nodo principale resta la spesa corrente, gravata da tagli e accantonamenti introdotti da precedenti leggi di bilancio, per un totale di circa 2,08 miliardi di euro fino al 2029, con una contrazione prevista di 460 milioni di euro nel 2026”. Lo ha sottolineato l’Anci nel corso dell’audizione sulla manovra davanti alle commissioni Bilancio.

“Vogliamo sottolineare che sono stati raggiunti alcuni risultati rispetto al miliardo. Questo miliardo grava sulle casse dei comuni ed è alleggerito solamente in una piccolissima quantità da questo fondo. E i comuni sono arrivati a fondo scala, sia come capacità fiscale sia come capacità di spesa corrente rispetto ai vincoli che ci sono”, ha detto il sindaco di Napoli e presidente dell’Anci Gaetano Manfredi. “Ma in primo luogo, noi dobbiamo considerare che noi abbiamo un trascinamento di tagli che vengono dalle finanziarie precedenti che quest’anno impatta sui comuni per 460 milioni – ha aggiunto -. Avere la possibilità di trasformare parte di questi tagli in accantonamenti per spese di investimento, come era e come è avvenuto già per una quota parte, darebbe una possibilità di investimento ai comuni che oggi non c’è”. C’è poi il tema della “stabilizzazione degli oneri per l’assistenza ai minori, e che per i minori affidati con sentenza, è molto importante che queste risorse, benché non sufficienti, siano stabilizzate per i prossimi anni”, ha concluso.

Andrea Marrucci, Vicepresidente nazionale di Ali, sindaco di San Gimignano e presidente regionale toscano: “Il rinnovo del contratto nazionale per i dipendenti degli Enti locali è un riconoscimento doveroso verso chi ogni giorno tiene in piedi i servizi pubblici essenziali. Ma sarebbe superficiali e irresponsabile non notare che l’intero costo di questa operazione ricadrà su Comuni ed Enti locali, che già oggi lavorano con risorse ridotte all’osso: senza più fondi dallo Stato tante amministrazioni non reggeranno”.

“I Comuni toscani – spiega Marrucci – sono ormai stretti in una morsa: da una parte pesano ancora gli effetti della spending review, che proseguirà fino al 2028, dall’altra i contributi imposti alla finanza pubblica, che sottraggono ogni margine di manovra. Così, a fronte di esigenze crescenti, i Comuni sono costretti a fare salti mortali per tenere insieme bilanci e servizi. Non si può andare avanti così”.

“È troppo facile – continua Marrucci – firmare i rinnovi a livello nazionale e poi scaricarne tutti i costi sulle amministrazioni locali. Se non arriveranno risorse statali vere e stabili, si rischia di compromettere la possibilità stessa di mantenere i livelli di servizio attuali: non possiamo pensare di ridurre il personale o aumentare le imposte per coprire spese obbligatorie decise altrove”.

“Ali – conclude Marrucci – chiede con forza che il Governo apra un confronto serio con i Comuni, per definire una strategia di sostegno strutturale alle autonomie locali. Senza un intervento deciso dello Stato, la buona notizia del rinnovo rischia di trasformarsi nell’ennesimo peso sulle spalle di chi, nei territori, continua a garantire la tenuta del sistema pubblico”.

Gli enti locali bocciano la manovra, “A rischio la capacità di garantire servizi essenziali ai cittadini”. Regioni, “fuori i Lep

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