Il «Pnrr delle cose», l’iniziativa realizzata dal Sole 24 Ore con l’Ifel, accende i riflettori sulle grandi aree urbane italiane. Le città sono i principali motori di PIL (40%), innovazione (80%) e occupazione (>50%). Qui si concentra il 36,5% dei 75,9 miliardi Pnrr su cinque assi chiave: formazione e ricerca (54,2%), mobilità (42%), riqualificazione urbana (35,7%), sanità (29,5%) ed energia (22,6%).
Sul fronte formazione e ricerca: 2.983 ricercatori assunti nei settori ad alta specializzazione, con 1,89 mld (60%) già erogati e 87% delle assunzioni rendicontate.
Completata l’assegnazione dei 5.532 PRIN (640 mln), attivati nel 60% dei casi dagli atenei cittadini; più diffusa la mappa delle borse di studio, che nel 70,5% vanno fuori dai grandi poli (77,1% per medicina generale).
Per gli interventi di riqualificazione, ai centri maggiori vanno 12,5 mld su 34,9, con 3,6 mld per l’efficientamento di 4,14 milioni m² e 1,5 mld per scuole (5,7 milioni m²). I Piani Urbani Integrati muovono 3,67 mld su 15,2 milioni m² di spazi pubblici. Mobilità: in arrivo 3.173 bus a emissioni zero (l’83% del totale nazionale), 419 km di ciclabili e upgrade di 159,7 km di ferrovie urbane.
La sanità è distribuita in modo omogeneo: alle città va il 30% dei fondi. Bene l’ammodernamento tecnologico (85,1% delle grandi apparecchiature acquistate), ma rallentano i servizi di prossimità: attivate 6 su 479 Case della Comunità (quota urbana 911 mln, 32,4% dei 2,81 mld nazionali). Il target sull’assistenza domiciliare sarà verificato nella prima metà del 2026.




